VICKY CRISTINA BARCELONA

Valutazione
Discutibile, scabrosità
Tematica
Donna, Psicologia, Sessualità
Genere
Commedia
Regia
Woody Allen
Durata
97'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Stati Uniti
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Alisa Lepselter

Orig.: Stati Uniti (2008) - Sogg. e scenegg.: Woody Allen - Fotogr.(Normale/a colori): Javier Aguirresarobe - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Alisa Lepselter - Dur.: 97' - Produz.: Letty Aronson, Gareth Wiley, Stephen Tenenbaum.

Interpreti e ruoli

Scarlett Johansson (Cristina), Rebecca Hall (Vicky), Javier Bardem (Juan Antonio), Penelope Cruz (Maria Elena), Patricia Clarkson (Judy Nash), Kevin Dunn (Mark Nash), Chris Messina (Doug), Julio Perillan (Charles), Pablo Schreiber (Ben), Carrie Preston (Sally), Zak Orth (Adam)

Soggetto

Vicky e Cristina, due amiche, dagli Stati Uniti arrivano a Barcellona per trascorrervi l'estate. Al ritorno a casa Vicky sa di essere attesa dal matrimonio, mentre Cristina, più stravagante, é subito disponibile ad accogliere la perentoria richiesta di Juan Antonio, pittore eccentrico, che una sera in un ristorante le avvicina per invitarle ad una gita ad Ovieto e passare insieme il giorno e la notte. La situazione si complica ulteriormente quando riappare Maria Elena, ex moglie di Juan Antonio ancora innamorata di lui. Cristina e il pittore, che erano andati a vivere insieme, si trovano ora in tre. Vicky, raggiunta nel frattempo dal fidanzato Doug, cerca con difficoltà di nascondere l'attrazione che anche lei prova per Juan Antonio. Quando Maria Elena tenta di sparare all'ex marito, é evidente che i due non possono stare separati. La vacanza del resto è finita. Si fa ritorno negli Stati Uniti.

Valutazione Pastorale

Il 39esimo lungometraggio di Woody Allen (qui non é attore) si risolve in girotondo sentimentale, ossia in un rimbalzo di attrazione tra i quattro protagonisti supportato da una docile e suadente voce fuori campo. Niente di nuovo a dire il vero emerge da questi piccoli appunti di un diario affettivo appena abbozzato e subito smarrito nelle parole e nei chiaroscuri delle immagini. I mutamenti di prospettiva, le incertezze, i dubbi sono affidati a dialoghi ora pungenti ora insistiti, ma le sfuriate e il dolore sembrano trovare quiete nelle ovattate atmosfere della città catalana, altra protagonista della storia, come in uno spot turistico. Il fatto è che Allen riversa sui personaggi tutto il proprio umbratile atteggiamento verso il mondo e la vita. All'insegna, da tempo, di un accentuato malinconico pessimismo, che lo induce a comporre racconti venati di morbido cinismo e di piacevole rassegnazione di fronte all'impossibilità di capire il mistero dell'uomo e della donna. Affidarsi alle libere combinazioni dei rapporti amorosi e poi magari ritrarsi é segno di debolezza e di scarsa fiducia in se stessi. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, e con qualche, evitabile scabrosità.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori. Da riprendere, naturalmente, all'interno di proposte riguardanti il regista newyorchese, ormai più a suo agio in Europa che in patria. Attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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