VUOTI A PERDERE

Valutazione
Discutibile, crudezze
Tematica
Violenza
Genere
Poliziesco
Regia
Massimo Costa
Durata
90'
Anno di uscita
1999
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Claudio Lizza, Massimo Costa Claudio Lizza
Musiche
Massimo Nunzi
Montaggio
Fernanda Indoni

Orig.: Italia (1998) - Sogg.: Claudio Lizza - Scenegg.: Claudio Lizza, Massimo Costa - Fotogr. (Panoramica/a colori): Renato Tafuri - Mus.: Massimo Nunzi - Montagg.: Fernanda Indoni - Dur.: 90' - Produz.: Enzo Porcelli.

Interpreti e ruoli

Giancarlo Giannini (Francesco Cesena), Silvia De Santis (Simona), Max Malatesta (Fabrizio), Vincenzo Peluso (Cane), Gianni Garofalo (Bardi), Gianfelice Imparato (Menzione), Rosa Pianeta (zia Simona), Victor Cavallo (il caposquadra)

Soggetto

Francesco Cesena, poliziotto di mezza età, mentre svolge una operazione di routine, viene coinvolto in un conflitto a fuoco in cui perde la vita il suo collega. Cesena, ferito, spara e uccide un pregiudicato e sua moglie. Circa un anno dopo, una notte, vengono arrestati due giovani, Fabrizio e Simonetta, per il furto di un'auto. A Cesena e al suo assistente Cane, coetaneo dei due ragazzi, tocca il compito di interrogarli. Un po' per la noia dell'ora tarda, un po' per curiosità, Cesena fa credere ai due di conoscere cose ben più gravi su di loro oltre al furto d'auto. Dopo qualche esitazione, Simonetta e Fabrizio si lasciano convincere e cominciano a raccontare la loro giornata. Si vedono la mattina, dopo che lei ha lasciato il chiosco di fiori di una zia, ma non hanno alcuna idea sul tipo di vita da affrontare. Vivono così in maniera precaria, sempre ponendosi il gusto della sfida e della provocazione. Furti più o meno piccoli, soste in case di clienti che chiedono prestazioni sessuali, progetti di colpi più importanti, visite in casa di parenti, dove si lasciano andare a rapporti improvvisi. Il racconto dei due procede sul filo di una tensione sempre più palese nell' ufficio della polizia. Cane si lascia andare ad alcuni gesti inconsulti, e Cesena lo rimprovera. L'ultimo episodio che raccontano è quello dell'abbordaggio notturno di un innocuo impiegato, che rimane invischiato nella loro trappola. Cesena è certamente attratto da Simonetta e vorrebbe proporle qualche via d'uscita. Ma la ragazza mantiene atteggiamenti sfottenti. Quando arriva l'alba i due ragazzi vengono consegnati ai poliziotti per essere trasferiti in attesa del processo.

Valutazione Pastorale

Partendo dal chiuso di un'unica stanza e dallo svolgimento tutto in una notte, il film propone il ritratto di due giovani d'oggi, fragili sul piano caratteriale ed emotivo e decisi a riscattare queste debolezze col ricorso ad una crudeltà istintiva e poco calcolata. Il commissario Cesena diventa una sorta di occhio indagatore, che riassume su di sè le varie reazioni che simili comportamenti producono: comprensione, voglia di capire, ma anche rabbia, passione, indifferenza e cinismo. Nel mettere a nudo il vuoto mentale e la superficialità dell'agire dei ragazzi, il film trova accenti di buona sincerità, mentre un certo compiacimento prevale quando si lascia andare a sequenze spinte sostanzialmente inutili ai fini del racconto. Girato con attenzioni ai ritmi e alle atmosfere del 'poliziesco' , il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, a motivo del suo alterno andamento sul piano delle immagini, evidenziandone quindi anche le non poche crudezze. UTILIZZAZIONE: più che per la programmazione ordinaria, il film si segnala per un uso mirato in occasioni ristrette, come quadro secco e fortemente realistico di certa situazione giovanile dell'Italia fine anni Novanta.

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