ZONA DI GUERRA

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Adolescenza, Famiglia - genitori figli, Male
Genere
Drammatico
Regia
Tim Roth
Durata
98'
Anno di uscita
1999
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
The war zone
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Alexander Stuart tratto dal romanzo omonimo di Alexander Stuart
Musiche
Simon Boswell
Montaggio
Trevor Waite

Orig.: Gran Bretagna (1999) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Alexander Stuart - Scenegg.: Alexander Stuart - Fotogr.(Panoramica/a colori): Seamus McGarvey - Mus.: Simon Boswell - Montagg.: Trevor Waite - Dur.: 98' - Produz.: Sarah Radclyffe, Dixie Linder. VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Ray Winstone (il padre), Tilda Swinton (la madre), Lara Belmont (Jessie), Freddie Cunliffe (Tom), Kate Ashfield (Lucy), Colin J. Farrell (Nick), Aisling O'Sullivan (Carol), Annabelle Apsion (infermiera), Kim Wall, Megan Thorp.

Soggetto

In una casa isolata nella campagna del Devon si sono trasferiti padre, madre, Jessie e Tom, due figli adolescenti. Di lì a poco la moglie dà alla luce una bambina, Alice. Un giorno per caso Tom vede il padre e la sorella Jessie nudi nella vasca, e poi scopre una serie di inequivocabili fotografie. Pressata dalle domande del fratello, Jessie all'inizio nega tutto, anzi gli risponde che lui non sa ancora niente del sesso e, in occasione di un viaggio d'affari a Londra del padre, lo porta dall'amica Carol cui chiede di 'iniziarlo'. Quando tornano a casa, trovano la mamma in grande disperazione: Alice ha perdite di sangue dagli organi genitali e va subito portata in ospedale. A questo punto Tom rivela tutto alla mamma, che sul momento non ci crede. Ma ormai il padre é alle strette: nega tutto, cerca di far allentare la tensione ma, appena può, ricomincia. Esasperato, Tom non può più trattenersi: lo colpisce alle spalle, e lo lascia stramazzante a terra. Quindi prende Jessie e va con lei nel rifugio sulla scogliera, dove si consumavano gli incesti. I due rimangono sul posto.

Valutazione Pastorale

Attore di indubbie qualità, Tim Roth si è messo dietro la m.d.p. sulla scia di un romanzo che affronta il tema dell'incesto, certo tra i più odiosi, difficile da trattare, se non con il ricorso ad una estrema sensibilità e a una grande capacità di misura. Tutti elementi di cui Roth ha pensato bene di fare a meno, per dare spazio ai toni sopra le righe, ai pugni nello stomaco dello spettatore, alle esigenze di uno spettacolo che facilmente diventa pruriginoso e solleticante. Oltre a questo, resta anche l'impressione che il racconto, fatalisticamente ritenendo che l'incesto non sia eliminabile in quanto parte di certe inclinazioni umane, cerchi in qualche modo di circoscriverlo in una situazione che prevede anche vendette personali (il figlio sul padre). E' assente un approccio almeno sofferto e problematico all'argomento, nessun barlume di luce o di speranza esce da quel nucleo familiare. Ne deriva un quadro generale che, dal punto di vista pastorale, é decisamente da respingere, valutando il film come inaccettabile e nagativo. UTILIZZAZIONE: esclusa la programmazione ordinaria, l'utilizzo é da sconsigliare anche in occasioni mirate. Ci vogliono prodotti più equilibrati per accompagnare la riflessione su un tema così difficile.

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