50 SFUMATURE DI GRIGIO – Da oggi in 800 schermi: senza emozione, provocazione, brivido.

giovedì 12 Febbraio 2015
Un articolo di: Redazione

 

Giudizio: Futile/scabroso

Tematiche: Famiglia – genitori figli; Letteratura; Potere; Sessualità;  

Valutazione Pastorale: I nomi dei due giovani vengono pronunciati alla fine l’uno contro l’altro con un tono quasi di rimpianto, di rammarico, di nostalgia per qualcosa che forse non arriverà. Sembra quasi un finale in controtendenza, un cambiamento di rotta rispetto ad uno svolgimento fino a quel momento stanco, afono, di imprevedibile inerzia. Poi viene a mente che non si tratta della fine del film ma solo del primo dei tre volumi che costituiscono il corpus inventato da E.L. James e venduto in tutto il mondo in oltre cento milioni di copie. Ma se il primo è questo, e si traduce in un incipit così smunto, fragile, loffio, soprattutto privo di azioni, sveltezze, passaggi contrastanti, cosa mai potrà succedere nei prossimi due appuntamenti? Per molti l’attesa é (solo) nella descrizione dei passaggi erotici con varianti sadomaso (la stanza delle torture…). Questo dovrebbe garantire pruriginosa curiosità, pubblico numeroso e incassi elevati. Diciamo, per evitare equivoci, che tutta questa parte è da condannare come superflua e inutile, e tuttavia, nell’ottica di una denuncia di certi vizi contemporanei, di certi eccessi legati al disamore, al relativismo, ad un uso distorto della ricchezza, avrebbe potuto fornire spunto per qualche problematicità. Ma qui tutto procede verso un guazzabuglio narrativo senza capo nè coda. Psicologie dei protagonisti abborracciate, ritratto dei comprimari di insostenibile fragilità, approccio su spazi e luoghi vuoto e scarnificato. Difficile trovare qualcosa da salvare in una sceneggiatura piatta nei dialoghi e nelle dinamiche ripetitive di una regia dal respiro fin troppo corto. Non si tratta di privilegiare la forma al contenuto. E’ che se si vogliono veicolare certi argomenti in partenza non condivisibili, il tocco d’autore è quasi indispensabile. Altrimenti resta solo il lato commerciale: che, partendo come in questo caso da quasi mille schermi, troverà sbocchi per nuovi, possibili record al botteghino. Se questo è quasi certo, è altrettanto vero che, andandolo a vedere, non si rende un buon servizio alla cultura nè si contribuisce a distinguere il buono dal cattivo cinema. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come futile e nell’insieme scabroso.

Utilizzazione: in programmazione ordinaria, è preferibile non utilizzare il film, ben tenendo conto del divieto e di molta attenzione comunque da tenere per un pubblico meno predisposto nei confronti di tematiche forti, affidate a sequenze di scadente dialettica drammaturgica.


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