VOLEVAMO ESSERE GLI U2 **

Valutazione
Discutibile, Realistico
Tematica
Giovani
Genere
Drammatico
Regia
Andrea Barzini
Durata
103'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
VOLEVAMO ESSERE GLI U2
Distribuzione
I.I.F.
Soggetto e Sceneggiatura
Andrea Barzini, Ludovica Marinco dal lavoro teatrale "Volevamo essere gli U2" di Umberto Marino
Musiche
Daniele Marchitelli, Danilo Rea
Montaggio
Simona Paggi

Sogg.: dal lavoro teatrale "Volevamo essere gli U2" di Umberto Marino - Scenegg.: Andrea Barzini, Ludovica Marinco - Fotogr.: (panoramica/a colori) Maurizio Dell'Orco - Mus.: Daniele Marchitelli, Danilo Rea - Montagg.: Simona Paggi - Dur.: 103' - Produz.: Alia Film, Rodeo Drive, Raitre

Interpreti e ruoli

Marco Galli (Saverio), Enrico Lo Verso (Rocco), Paola Magnanini (Margherita), Alberto Molinari (Marco), Carolina Salomè (Sonia), Federico Scribani . Marina Giulia Cavalli (Matteo), Massimo Ghini, Valentina Forte, Riccardo Rossi, Eleonora Danco, Antonello Scarano, Carla Cassola

Soggetto

nel settembre 1989 il trentenne Marco pensa di rimettere insieme un gruppo di amici per formare un complesso rock e riproporre musiche degli anni '70. Del gruppo fanno parte Sonia e Margherita, come cantanti, Matteo come tastierista, Saverio al contrabbasso e lo stesso Marco alla batteria. A costoro si unisce Rocco, un valido chitarrista, il più ameno e semplice del gruppo. Le prove, che si svolgono in uno scantinato, si intensificano alla ricerca di un repertorio gradevole con brani come "La mia banda suona il rock" "Cocaine", "Io vivrò" e nel contempo fra i giovani si allacciano simpatie e amori. Un giorno Margherita pilota tutto il gruppo all'Università, occupata dai ragazzi della "Pantera": lei era anni prima una abituale agitatrice, sempre in prima fila in cortei di protesta ed è convinta che i giovani applaudiranno il rock della band. Invece vengono accolti con fischi. Delusi e amareggiati, anche per non avere ottenuto un provino alla televisione, decidono di separarsi. Saverio è chiamato al servizio di leva; Rocco e Margherita innamorati, decidono di convivere; Sonia ottiene, con Matteo al pianoforte una audizione presso un burbero discografico e riesce ad incidere una bella canzone, che incontra successo. Un giorno in casa di Margherita i presenta Sonia in lacrime: è incinta di Matteo che se ne è andato, pare, a Milano. Nel frattempo Saverio ha terminato il servizio militare mentre Marco fa praticamente il mantenuto di una ricca donna, Giulia. Per una festa, gli amici pensano di riunirsi tutti. Marco però alla festa con ci sarà: per telefono Saverio apprende con angoscia che il capo gruppo, deluso, si è suicidato chiudendosi nell'auto in un garage.

Valutazione Pastorale

pur traendo il soggetto della omonima commedia di Umberto Marino, il regista Andrea Barzini ha avuto il merito di creare un film assolutamente spoglio di quella teatralità, che molto spesso impastoia operazioni del genere. Questo ha assicurato al lavoro molta vivacità, una notevole freschezza e sveltezza di ritmi nella azione narrativa. Il tema non è certamente nuovissimo (i sogni e le speranze di una generazione, gli slanci generosi, spesso però anche velleitari e poi le frustrazioni e delusioni inevitabili, via via che per legge naturale la maturità incombe e il disincanto inquina). Sull'asse portante di una robusta colonna sonora e di canzoni oculatamente scelte e coinvolgenti, il film è condotto con piglio sicuro. Il clima adatto c'è. Anche il disegno delle singole psicologie non soffre di sciatterie o di crepe, limitandosi all'essenziale nel gioco delle varie coppie. Conclusione drammatica: quel Marco che sembrava il più fertile di idee e di iniziative, l'efficiente organizzatore del revival, si manifesta come il più deluso e fragile, trovando rifugio nel suicidio. Interpreti adeguati (Rocco è l'ottimo Enrico Lo Verso, tra il tenero e l'arguto) e ben manovrati da Barzini, per personaggi a volte pigri o ancora troppo attaccati all'adolescenza, spesso festosi, taluno ormai in attesa di un'altra generazione: sfiorati alla fine non più dalla dolce ala della giovinezza, ma da quella nera della morte dell'amico. Tutto molto realistico, linguaggio incluso.

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