L’AMORE SOSPETTO

Valutazione
Complesso, Discutibile, dibattiti
Tematica
Malattia, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo
Genere
Metafora
Regia
Emmanuel Carrère
Durata
86'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
La moustache
Distribuzione
Nexo
Soggetto e Sceneggiatura
Emmanuel Carrère, Jérome Beaujour tratto dal romanzo "Baffi" di Emmanuel Carrère
Musiche
Philip Glass
Montaggio
Camille Cotte

Orig.: Francia (2005) - Sogg.: tratto dal romanzo "Baffi" di Emmanuel Carrère - Scenegg.: Emmanuel Carrère, Jérome Beaujour - Fotogr.(Normale/a colori): Patrick Blossier - Mus.: Philip Glass - Montagg.: Camille Cotte - Dur.: 86' - Produz.: Anne Dominique Toussaint.

Interpreti e ruoli

Vincent Lindon (Marc Thiriez), Emmanuelle Devos (Agnès Thiriez), Mathieu Amalric (Serge Schaeffer), Hippolyte Girardot (Bruno), Cylia Malki (Samira), Macha Polikarpova (Nadia Schaeffer), Fantine Camus (Lara Schaeffer), Brigitte Bemol (la poliziotta), Frédéric Imberty . (il padrone del caffè)

Soggetto

A Parigi una mattina Marc decide, dopo molti anni, di tagliarsi i baffi. Si mette poi in attesa delle prevedibili reazioni della moglie Agnes, degli amici e dei colleghi di lavoro, ma non succede niente. Anzi, alle sue inevitabili rimostranze, si sente dire che nessuno lo ha mai visto con i baffi. Entrato in crisi, passa da una situazione paradossale all'altra, non riuscendo più a dialogare con la moglie e facendo affermazioni che lo inducono a prenotare una visita con lo psicologo. Quando però sente dal proprio letto che si parla di ricoverarlo, scappa di corsa di casa, si precipita all'aeroporto e parte per Hong Kong. Qui trascorre un lungo periodo, al termine del quale ha di nuovo i baffi. Agnes è con lui. Si addormentano, ma lui poi si sveglia e guarda il vuoto con gli occhi sbarrati.

Valutazione Pastorale

Se autore del film e del romanzo fossero stati differenti, si sarebbe potuto invocare qualche ulteriore appello: tipo, appunto, 'andiamo a leggere il libro, magari era un'altra cosa'. Ma niente. Emmanuel Carrere ha scritto una ventina d'anni fa "I baffi" e ora l'ha portato sullo schermo. Lui quindi sa. Noi un po' meno, perché non è facile districarsi nel puzzle di un racconto che parte da un fatto molto concreto (i baffi tagliati) e da lì si inoltra in un labirinto esistenziale via via più contorto e confuso. Anche, va detto, affascinante, per il senso di enigma che circola nelle immagini, per la cappa di spaesamento che cala sui protagonisti, per l'infinito autopunirsi che insegue Marc, nelle desolate espressioni di Vincent Lindon. La coppia in crisi, la voglia di fuga, l'infinita incomprensione? O forse il sogno, l'utopia di ciò che vorremmo fare, il desiderio inconscio di cambiare? Tutto è possibile, comunque dentro una geometrica risoluzione degli affetti e dei sentimenti, una rassegnazione all'inconoscibile che é in noi. Per il modo irrisolto con cui tratta la materia, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, complesso e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e, forse più opportunamente, in contesti mirati, dove sia possibile riflettere sulle suggestioni offerte dalla storia. Qualche attenzione é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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