Si parte dagli Stati Uniti. Il cinema USA propone: “Alice attraverso lo specchio” di James Bobin con Mia Wasikowska, Johnny Depp, Anne Hathaway, Helena Bonham Carter, cast fin troppo sonuoso per un sequel dalle modeste pretese in cui Alice, tornata a Londra, si trova ad attraversare uno specchio magico che la riporta nel suo precedente Sottomondo. Sono poi da segnalare: “Mother’s day”, dove, una settimana prima della festa dell mamma, si intrecciano le storia di un gruppo di donne generose ma imperfette. Intrepreti di alto livello (Julia Roberts, Jennifer Aniston…) ma il timone è ancora in mano al veterano Garry Marshall e il banale è in agguato. Poi si scende: “Cattvi vicini 2” di Nicolas Stoller con i personaggi del n°1 che devono fare i conti con un vicinato tutto nuovo; “Dragon Blade” di Daniel Lee, un fantasy ambientato al’epoca di Tiberio, storia del passato con qualche ammiccamento all’oggi. Forse ilmigliore è “Tutti vogliono qualcosa”, una commedia che Richard Linklater ambienta negli anni ’80, come sempre riuscendo a dare alla storia spessore e robustezza che impreziosiscono il racconto. Dalla Francia vogliamo ricordare: “I miei giorni più belli” di Arnaud Desplichen, cronaca di tre momenti magici della giovinezza visti con l’occhio acuto ed eccentrico di un regista pieno di fantasia e di mutamenti tra ragione ed emozione; poi “In nome di mia figlia” di Vincent Garenq, dramma giudiziario dove Daniel Auteil è un padre che lotta per 30 anni per ristabilire la verità sulla morte violenta della figlia adolescente; e “Segreti di famiglia”, di Joachim Trier, vicenda psicologica nella quale il norvegese Trier gioca abilmente a spiazzare i punti di vista, partendo dalla morte improvvisa della protagonista, una convincente Isabelle Huppert.
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