Cinema d’estate n. 3: sei sguardi educational e di speranza

Terzo focus dedicato al meglio dell’offerta cinematografica relativa alla stagione 2018-2019 appena conclusa.

sabato 17 Agosto 2019
Un articolo di: Massimo Giraldi, Sergio Perugini

Ecco sei sguardi educational e di speranza, sei titoli scelti dall’Agenzia Sir e dalla Commissione nazionale valutazione film della Cei (Cnvf.it) da (ri)scoprire tra campi parrocchiali e cinema all’aperto: “Stanlio e Ollio”, “Green Book”, “Cyrano mon amour”, “Mia e il leone bianco”, “Il professore cambia scuola” e “Quasi nemici”.

“Stanlio e Ollio”
Diretto da Jon S. Baird e interpretato da Steve Coogan e John C. Reilly, il film inglese “Stanlio & Ollio” è un riuscito e poetico racconto sulla vita di due artisti, ma soprattutto di due amici. I comici statunitensi Stan Laurel e Oliver Hardy si sono imposti nell’immaginario cinematografico a partire dagli anni del muto, al pari di Charlie Chaplin, Buster Keaton e i fratelli Marx, fino alla stagione degli anni ’50. Il film racconta in particolare gli ultimi momenti in scena, il tour di congedo in Inghilterra. Attraverso una grande gamma di emozioni, il film offre un irresistibile e toccante ritratto di Stanlio e Ollio, che hanno dimostrato di essere prima che comici uomini, con paure e sentimenti fortemente realistici, dando sempre grande spazio alla loro amicizia e sodalizio artistico. Con loro il teatro coincide con la vita in tutte le sue forme e manifestazioni. Coogan e Reilly dimostrano ancora una volta di essere interpreti attenti e raffinati, capaci di grande bravura e aderenza ai personaggi, a livello fisico e gestuale. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile, brillante e per dibattiti.

“Green Book”
Premio Oscar miglior film 2019, la commedia statunitense “Green Book” firmata dal regista Peter Farrelly è un intenso e trascinante racconto di un’amicizia capace di valicare pregiudizi e steccati razziali nell’America degli anni ’60. Interpretato in maniera incisiva da Viggo Mortensen e Mahershala Ali – quest’ultimo Premio Oscar come miglior attore non protagonista –, il film propone la storia vera di Tony Lip, quarantenne precario con famiglia a carico, che viene assoldato dal pianista jazz afroamericano Don Shirley per un tour di concerti nel Sud degli Stati Uniti, roccaforte di tensioni sociali e razziali. Un percorso on the road che porta i due a imboccare la via del dialogo e dell’amicizia. Si tratta di una commedia raffinata, che alterna raccordi drammatici a parentesi umoristiche irresistibilmente ironiche. Ancora, il film possiede atmosfere eleganti e avvolgenti, impreziosito da una componente musicale ben curata. Quando la via del sorriso riesce a offrire lezioni di Storia e memoria sociale. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile, problematico e per dibattiti.

“Cyrano mon amour”
Il “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand ha trovato una nuova trasposizione al cinema nel film francese “Cyrano Mon Amour” di Alexis Michalik. Si tratta in verità di un film che racconta la genesi del capolavoro alla maniera dell’anglo-statunitense “Shakespeare in love” di John Madden. “Cyrano Mon Amour” è un’opera che fa incursioni nel cinema e nel teatro, con un approccio di forte verità e di crescente emozione. Ne viene fuori un Cyrano di Bergerac (teatro) vecchio eppure sempre incredibilmente nuovo e moderno, grazie a una regia, quella di Michalik, di grande intensità e bellezza formale. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile, brillante e per dibattiti.

“Mia e il leone bianco”
È ispirato a una storia vera “Mia e il leone bianco” (“Mia et le lion blanc”) del francese Gilles de Maistre, che racconta l’amicizia tra la preadolescente inglese Mia e un cucciolo di leone bianco, Charlie, nelle suggestive terre sudafricane. Si tratta di un film a misura di bambini e famiglie, con tono educational e un’attenzione all’ambiente e al creato. Con una sceneggiatura semplice ma ben strutturata, il film corre lungo la via di una positività forse prevedibile ma capace di toccare il cuore, trasmettendo importanti insegnamenti su convivenza e reciproco rispetto; non mancano sguardi problematici sulla corruzione del denaro e lo sfruttamento del territorio. Il film dal punto di vista pastorale è consigliabile, semplice e per dibattiti.

“Il professore cambia scuola”
Anche questa è una storia vera. Parliamo de “Il professore cambia scuola” (“Les grands esprits”) di Olivier Ayache-Vidal, che racconta la vita del docente François Foucault (Denis Podalydès), che dopo anni di insegnamento in un liceo bene di Parigi finisce in una scuola problematica alla periferia della Capitale: uno scenario pieno di tensioni, ribellione, sconforto e impotenza. Il film si serve di dinamiche tragicomiche per lanciare suggestioni di senso a carattere educational, mostrando un mondo scolastico in chiave abbastanza originale e frizzante. Le intenzioni sono dunque buone, ma non sempre l’esito narrativo risulta adeguato. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile, problematico e per dibattiti.

“Quasi nemici”
È una delle commedie francesi più riuscite dell’anno “Quasi nemici” (“Le brio”) del regista franco-israeliano Yvan Attal, capace di coniugare umorismo frizzante con sfondi problematici nella società multiculturale francese. Il film propone lo scontro tra il professore universitario Mazard (Daniel Auteuil) e la giovane studentessa di legge Neïla (Camélia Jordana), di origini africane. Un equivoco verbale a sfondo razziale, li obbliga a trascorre del tempo insieme e ad avviare un percorso formativo che schiuderà una possibilità di cambiamento e dialogo autentico. Ancora una volta viene affidato alla commedia il compito di raccontare le pieghe problematiche della società restituendo sguardi di senso e di speranza. La storia è ambientata a Parigi, ma l’orizzonte è quello dell’Europa: un richiamo al bisogno di incontro e inclusione, superando barriere culturali e pregiudizi razziali. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile, brillante e per dibattiti.

Articolo originale pubblicato su Agenzia SIR

Quasi nemici

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