Cosa vedere in sala? Le novità dal 18 ottobre

giovedì 18 Ottobre 2018
Un articolo di: Massimo Giraldi, Sergio Perugini

Nuovo appuntamento con la rubrica settimanale del Sir e della Commissione nazionale valutazione film Cei, incentrata sulle uscita al cinema nel fine-settimana, da giovedì 18 ottobre. Ecco le quattro proposte: il dramma on the road tra padre-figlia “In viaggio con Adele”, la responsabilità delle scelte ne “Il verdetto”, la commedia romantica in salsa pop “Nessuno come noi” e la commedia sentimentale-onirica “Sogno di una notte di mezza età”.

“In viaggio con Adele”, la scoperta di essere padre
È un’opera prima “In viaggio con Adele” di Alessandro Capitani, film scelto come evento di pre-apertura della 13a Festa del Cinema di Roma. Protagonisti sono Alessandro Haber e Sara Serraiocco chiamati a interpretare il complesso rapporto tra un padre riluttante, Aldo, e una figlia difficile, Adele, con problemi psichici. Tutto inizia quando l’uomo, attore teatrale pronto a debuttare in età matura nel cinema, riceve la notizia della morte di un suo vecchio amore; gli viene chiesto di accompagnare la figlia della donna, Adele, da alcuni parenti. Un viaggio che si rivela immediatamente sopra le righe, per i problemi della giovane e per l’incapacità di Aldo nel riconoscersi improvvisamente padre. Il film mette a fuoco gli “imprevisti” della vita e le scelte che si è chiamati a compiere; qui il protagonista deve prendere atto della sua paternità, da cui prova a sfuggire ma alla fine non riesce a sottrarsi. È un sentimento che nasce piano piano, trovando la forza di imporsi al di là delle difficoltà. Sostenuto da due attori intensi – Haber offre un’interpretazione solida e matura –, il film convince anche per la scrittura di Nicola Guaglianone, pronta a cogliere il percorso psicologico dei personaggi. La regia si rivela competente e brillante. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Il difficile compito di capire il bene dell’“altro” nel film “Il verdetto”
La diva del cinema britannico Emma Thompson, Oscar come miglior attrice per “Casa Howard” (1993) e come sceneggiatrice per “Ragione e sentimento” (1996), si cimenta in un ruolo potente e incisivo nel film “Il verdetto” (“The Children Act”) di Richard Eyre, targato BBC Film. L’opera prende le mosse dal romanzo “La ballata di Adam Henry” di Ian McEwan e racconta il giudice Fiona Maye (Thompson), professionista seria e irreprensibile che mette sempre al primo posto dovere e bene dell’“altro”, ma anche donna e moglie in affanno, con un’emotività bloccata e indurita dalla vita. Le è accanto, con non poche difficoltà, il marito Jack (Stanley Tucci), che prova a rompere il muro di gomma che li separa. Tutto vacilla quando il giudice si deve pronunciare su un caso difficile: il rifiuto di cure da parte di un giovane, Adam (Fionn Whitehead), malato di leucemia; un rifiuto per motivi religiosi, perché legato ai Testimoni di Geova. Film senza dubbio spinoso, chiamato a riflette su temi etici. Grande attenzione è data al percorso psicologico-narrativo della donna, che si mette in gioco per il bene con convinzione e dedizione. Film intenso, dalle tematiche complesse e problematiche.

“Nessuno come noi”, come eravamo negli anni ’80
Il regista Volfango De Biasi si è fatto conoscere dal grande pubblico con il ciclo di cinepanettoni “Un Natale stupefacente” (2014), “Natale col boss” (2015) e “Natale a Londra” (2016). Ora è in sala dal 18 ottobre con il suo ultimo lavoro, “Nessuno come noi”, tratto dal romanzo di Luca Bianchini e con protagonisti sono Alessandro Preziosi e Sarah Felberbaum. Siamo nella Torino di fine anni ’80, con atmosfere frizzanti e colorate, anche grazie a una colonna sonora briosa. Gli amori in gioco sono tanto degli adulti, alle prese con problemi coniugali, quanto degli adolescenti, più accesi, vivaci ma anche inesperti. Nel film emerge poi il rapporto padre-figlio, in cerca di sincerità e verità. Il copione è di buona fattura, ma la regia non è altrettanto fluida. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e problematico.

Le fantasie di Daniel Auteuil in “Sogno di una notte di mezza età”
È una commedia francese di taglio sentimentale e onirico “Sogno di una notte di mezza età” (“Amoureux de ma femme”) di e con Daniel Auteuil, che vede nel cast anche Gérard Depardieu. In breve: sentendo le confidenze di un suo amico separato e accompagnato da una giovane e avvenente ragazza, Daniel sogna una fuga dal proprio matrimonio. Si tratta della trasposizione cinematografica da un pièce teatrale, un lavoro di solito non facile perché tempi comici, scrittura e dinamiche sono differenti. Qui gli attori sono in parte, con Auteuil in primo piano e Depardieu forse troppo sacrificato in un ruolo di contorno. Nell’insieme è una commedia degli equivoci di taglio borghese, tutta incentrata tra sogno e realtà. Il registro è senza dubbio ironico. Dal punto di vista pastorale, il film è consigliabile, semplice.

Articolo originale pubblicato su Agenzia Sir


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