Dentro la Tv: su Apple TV+ “STILL” intenso ritratto di Michael J. Fox

lunedì 15 Maggio 2023
Un articolo di: Sergio Perugini

Uno di famiglia. Per molti è Alex, rampante e ironico figlio di casa Keaton dall’omonima serie anni ’80 – titolo originale “Family Ties”, in onda dal 1982 al 1989 –, ma probabilmente per i più rappresenta una delle icone più scintillanti della Hollywood anni ’80. Parliamo di Michael J. Fox, classe 1961, attore diventato all’alba degli anni ’80, poco più che ventenne, il ragazzo prodigio di Hollywood inanellando un titolo di successo dopo l’altro. Negli stessi anni in cui è sul set per la sit-com “Casa Keaton” gira anzitutto la trilogia “Ritorno al futuro” (1985-90) diretta da Robert Zemeckis e prodotta da Steven Spielberg, seguita da “Voglia di vincere. Teen Wolf” (1985) di Rod Daniel e “Vittime di guerra” (1989) di Brian De Palma. Sulla soglia degli anni ’90 si conferma uno dei volti di punta della commedia brillante: è infatti in “Doc Hollywood” (1991) di Michael Caton-Jones, “Amore con interessi” (1993) di Barry Sonnenfeld e in “Il presidente. Una storia d’amore” (1995) di Rob Reiner. Insomma, un simpatico asso pigliatutto, partito da umili origini e con il sogno americano in tasca. Sul set di “Casa Keaton”, poi, trova l’amore della vita, la collega attrice Tracy Pollan, che sposa nel 1988 e insieme hanno quattro figli. Un’esistenza apparentemente favolosa se non fosse per l’irruzione del Parkinson all’età di 29 anni: una malattia che prima lo atterra, trascinandolo alla dipendenza da alcolici, ma che poi contrattacca con coraggio e autoironia. Dal 1998 Michael J. Fox ha reso pubblica la sua battaglia, frantumando non pochi tabù tra schermo e società.

Pros&Cons. L’avvincente e commovente storia di Michael J. Fox, dopo essere diventata un libro di successo, è ora un documentario targato Apple TV+: è “STILL” diretto dal premio Oscar Davis Guggenheim (“Una scomoda verità”, 2006). Il film segue una struttura ormai consolidata nei racconti biografici: un’alternanza di piani tra l’intervista a Michael J. Fox oggi e filmati del passato. Nel riavvolgere il nastro dei ricordi, lungo la filmografia dell’artista, il montaggio del materiale di repertorio risulta molto efficace da sembrare quasi una docufiction; altrettanto potenti, però, sono le istantanee del presente, dove Michael J. Fox si mostra tra fisioterapia, visite mediche e quotidianità in casa, in famiglia. E nonostante la malattia sia la comprimaria del racconto accanto a Michael J. Fox, nel film non le viene mai data una connotazione disperante. Il divo americano la racconta per quello che è, persino irridendola: Michael J. Fox non cerca il compatimento, l’emozione ricattatoria nel pubblico, al contrario prova a “normalizzare” la sua battaglia. Nel doc “STILL” – termine che in inglese indica il rimanere “fermo”, “stabile”, come pure l’avverbio “ancora” – il racconto si mantiene compatto, intenso e coinvolgente, mai melodrammatico: è un ritratto tra scena e retroscena di un divo hollywoodiano che la malattia ha sì segnato, ma di certo non spezzato; è la parabola di un uomo acuto e resiliente che continua a tessere il sogno americano. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

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