Dentro la Tv: Su NowTv la serie “Diavoli”, con Patrick Dempsey e Alessandro Borghi. Thriller sulla malafinanza

martedì 28 Aprile 2020
Un articolo di: Sergio Perugini

Sulle orme di “Billions”? È forse la risposta europea a “Billions” (dal 2016), seguitissima serie di Showtime sugli scandali della finanza negli Stati Uniti? Stiamo parlando di “Diavoli”, nuova serie Sky realizzata con la Lux Vide (la casa di produzione di “Medici”, “Doc” e “Don Matteo”), un ambizioso progetto di coproduzione tra Italia, Inghilterra e Francia, girato in buona parte nella City di Londra, tra i palazzi della finanza. L’idea nasce dal romanzo dell’economista Guido Maria Brera e mette a fuoco lo scenario europeo dopo la crisi globale del 2008; è un racconto del mondo della finanza che ha come base la piazza di Londra, tra giochi di potere e manovre speculative. Capofila di questa serie in 10 episodi sono Patrick Dempsey e Alessandro Borghi (molto bravo nella sua recitazione in inglese, ma lascia perplessi la scelta di doppiarlo in italiano); nel cast anche Laia Costa, Ben Miles e Kasia Smutniak. Dirigono la serie Nick Hurran (“Sherlock”, “Doctor Who”) e Jan Maria Michelini (“Doc”, “Medici”).

Giochi di potere. Londra 2011, tutto parte dalla sede della American New York – London Bank (NYL), potente gruppo bancario internazionale. In primo piano troviamo il rampante squalo Massimo Ruggero (Borghi), che si occupa di trading, e l’amministratore delegato del gruppo Dominic Morgan (Dempsey). Massimo sta facendo di tutto per occupare la casella di Vice della NYL, sostenuto dal suo mentore Dominic, ma una girandola di ricatti, morti sospette e speculazioni lo spingono a percorrere strade fuori controllo.

Pros&Cons. Senza dubbio è una buona intuizione, quella di raccontare il mondo della finanza post 2008, tra luci e ombre, come un acceso thriller tra le borse e piazze economiche europee; una serrata partita a scacchi ad alta tensione sotto gli occhi (vigilanti?) della Comunità europea. Al centro della riflessione c’è anche il tema del potere e del denaro, che finiscono per compromettere l’integrità valoriale delle persone, pronte a spingersi oltre i limiti pur di guadagnare. Attraverso vari flashback nei primi episodi, vediamo infatti il cambio di passo nella vita di Massimo: prima giovane studente di economia a Londra, desideroso di riscattare la sua vita e affamato di sogni, poi trader senza scrupoli, spregiudicato e cinico. Cos’è successo a quel giovane? Dove sono finiti i suoi progetti? E cosa lo spinge oggi a vivere una vita anaffettiva, dove il pensiero sul domani è legato unicamente ai soldi? A giudicare dai primi due episodi, la serie è decollata molto bene, inserendosi in uno stile di racconto molto “British”, con un’elevata cura formale e una buona scrittura. Il respiro internazionale dunque c’è, così come il plot accattivante, dalle interessanti suggestioni sulla società odierna, spesso preda di ambizioni e promotrice di quella “cultura dello scarto” più volte rimarcata da papa Francesco. Buona quindi la partenza, ora non ci resta che aspettare gli altri episodi. Già si parla poi di seconda stagione…

Articolo disponibile anche su Agenzia Sir


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