Dentro la Tv: Su Rai Uno “L’amica geniale 2” è subito record. Nella seconda stagione entra il tema della violenza sulle donne

venerdì 14 Febbraio 2020
Un articolo di: Sergio Perugini

My Brilliant Friend. Subito record di ascolti per i primi due episodi della serie Tv “L’amica geniale”, per la seconda stagione “Storia del nuovo cognome”. Su Rai Uno, lunedì 10 febbraio, ha raggiunto il 29,3% di Share, quasi 7milioni di spettatori. Si conferma dunque un grandissimo seguito per la serie firmata da Saverio Costanzo e tratta dai libri della misteriosa scrittrice Elena Ferrante; è prodotta ancora una volta dalla cordata internazionale guidata dal team italiano Wildside, Fandango, TimVision e Rai con un ruolo chiave del potente player statunitense HBO (sue sono “Trono di Spade”, “Big Little Lies”, “Chernobyl”). A curare l’adattamento del secondo volume della tetralogia della Ferrante sono Francesco Piccolo, Laura Paolucci, lo stesso Costanzo e l’Autrice. Un racconto girato sempre in dialetto napoletano e con un set dalle dimensioni kolossal – la dimensione del rione ricostruito si aggira sui 26.000 m2, 2mila sono i costumi e quasi 10mila le comparse –; una serie venduta in oltre 100 Paesi con il titolo internazionale “My Brilliant Friend”.

Sempre Lila e Lenù. Donne a sedici anni, il destino di Lila (Gaia Girace) e Lenù (Margherita Mazzucco). La prima si è appena sposata con Stefano, influente giovane boss del rione, la seconda avanza negli studi. Lila sperimenta un matrimonio marcato più dalle violenze domestiche che dall’amore, Lenù cerca di starle vicina come può, ma sogna anche di mordere la vita lontano da quel luogo.

Pros&Cons. C’è poco da dire, “L’amica geniale” è una serie Tv italiana dal forte respiro internazionale. Un prodotto che racconta bene le pieghe del nostro Paese, il nostro tessuto sociale con i suoi guadagni ma anche con i suoi affanni e non poche contraddizioni. Attraverso la storia di Lila e Lenù sperimentiamo la voglia di emergere, di riscatto, di una società ancora molto ancorata a un ambiente rurale, povero, quello dell’Italia in cerca del treno del boom economico; nella storia figura però anche la meschinità di un ambiente inclemente verso le donne. Soprattutto in questa stagione c’è il racconto di un machismo duro, primitivo, che si legge sul volto tumefatto di Lila, giovane sposa a sedici anni che vive la brutalità di un amore avvelenato sin dalla prima notte di nozze, che si tinge delle note drammatiche dello stupro. La Ferrante ci mostra l’Italia di ieri, ma anche quella di oggi, dove la violenza sulle donne non sembra arrestarsi. Anzi. E ci si chiede allora che siamo davvero evoluti come Paese, come popolo…
La regia di Costanzo è sempre controllata, intensa e poetica; l’autore dà il meglio di sé nel lavoro con gli interpreti, così duttili ed espressivi a cominciare dalla bravissime Girace e Mazzucco. Le musiche di Max Richter, poi, aggiungo a tutto il racconto note di inquietudine e magia, imprimendo alla serie Tv un forte magnetismo.

Rubrica disponibile anche su Agenzia SIR


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