
Sogg.: Rodolfo Sonego - Scenegg.: Charles Shyer, Nancy Meyers, Steve Kluger - Fotogr.: (panoramica/a colori) Giuseppe Rotunno - Mus.: Richard Gibbs - Montagg.: Patrick Kennedy - Dur.: 96' - Produz.: Dino De Laurentiis Communications
Interpreti e ruoli
John Candy (Augie Morosco), James Belushi (Neil Schwary), Cybill Shepherd (Marilyn Schwary), Sean Young (Phoebe), Richard Lewis (Julian Peters), George Hamilton (Alfonso De La Pena), Ornella Muti (Elena Morosco), Giancarlo Giannini (Ispettore Bonnard)
Soggetto
a Montecarlo, l'abile ispettore di polizia Bonnard inizia le indagini per scoprire il colpevole dell'assassinio di Madame Van Dougen. Egli ha sette indiziati: Phoebe, una piacevole giovane squattrinata e Julian Peters, un attore disoccupato, giunti in città con il treno per restituire dietro lauto compenso il bassotto Napoleone alla ricca Madame Van Dougen; i coniugi Neil e Marilyn Schwary che sono venuti in possesso di una valigia contenente il cadavere sezionato della donna assassinata; un irriducibile giocatore d'azzardo, il pingue Augie Morosco il quale, un tempo interessato ad acquistare il bassotto per ingraziarsi sua moglie Elena, sostiene di essere stato nel momento del delitto in compagnia di costei che, invece, esasperata dal continuo cedere del marito al vizio del gioco, si trovava con il play boy Alfonso De La Pena, amante di Madame Van Dougen. Dopo numerosi equivoci Bonnard scopre che i camerieri di Madame Van Dougen hanno ucciso la donna per impadronirsi dei suoi averi che spettano a chi ha in custodia Napoleone, cioè ad Alfonso De La Pena.
Valutazione Pastorale
remake del film Crimen diretto da Mario Camerini nel 1960, questa edizione farsesca americana di una classica commedia "giallo-nera" all'italiana risente di una mano registica particolarmente scolastica. Tutto è ben fotografato: la scenografia è ricchissima; gli interpreti sono anche di levatura, ma la sceneggiatura, i dialoghi e soprattutto il ritmo delle sequenze hanno qualcosa di inceppato ed inautentico che alla lunga finisce per annoiare. Non mancano battute e situazioni grossolane, e certo un cadavere a pezzi in valigia non costituirebbe di per sé motivo d'allegria, se non fosse uno dei più classici espedienti del grand guignol, così come tutto il tono della pellicola è chiaramente centrato sull'humour nero, che rende praticamente sufficienti, dal punto di vista pastorale, le riserve.