
Sogg. e scenegg.: Alek Keshishian - Fotogr.: (normale/a colori) Robert Leacock, Doug Nichol, Joby Phillips - Montagg.: Barry Alexander Brown - Dur.: 111' - Produz.: Propaganda Films Boy Joy
Soggetto
è un film documentario su una serie di concerti tenuti dalla rockstar Madonna in America, in Europa ed in Giappone con frequenti inserti sulla sua vita privata prima e dopo le esibizioni, durante il trucco ed i massaggi, i suoi desideri, le sue aspirazioni più recondite (la voglia di maternità, il grande amore per Sean), le chiacchierate informali e le confidenze più intime con i membri della sua troupe, gli impresari, i manager, gli amici più stretti (fra cui Warren Beatty) e i familiari (il padre ed il fratello). Con tutti la cantante ballerina sembra avere ottimi rapporti, con essi e durante gli spettacoli si rivela quale veramente è: spregiudicata, oltremodo disinvolta, disinibita, sguaiata, incurante delle buone maniere e del buon gusto. Le tournée sono massacranti, poiché le serate si susseguono alle serate senza sosta e grande sforzo è richiesto agli artisti. In Giappone la permanenza e gli spettacoli si svolgono sfortunatamente sotto una pioggia incessante e fastidiosa. In Canada e in Italia Madonna si trova ad affrontare gli strali della censura per i suoi atteggiamenti spinti sulla scena. Ma la showgirl non si scoraggia e prosegue, poiché per lei l'arte è libera espressione della personalità e non deve essere soggetta a critiche di alcun tipo.
Valutazione Pastorale
a letto con Madonna vanno, tutti insieme, tre ballerini gay della troupe: sono grandi risate, qualche parolaccia e qualche allusione. Tutto qui e per una minima parte del film che altro non è che la cronaca cinematografica (spesso in bianco e nero e qui girata con la tecnica di un cineamatore familiare) di prove, chiacchiere con visagiste e parrucchiere, futilità con ballerini, spostamenti in aereo, sedute al trucco, urlacci e improperi, preghiere in gruppo al Signore, festosità e isterismi. Madonna rivive e racconta ricordi ed esperienze infantili o incontri bizzarri; abbraccia affettuosamente il padre sbigottito dal frastuono di un pubblico mostruoso; porta fiori al cimitero dove è sua madre; fa spettacoli in favore della lotta contro l'Aids e si lancia in confusi sproloqui sulla libertà (dei sessi e in senso assoluto) e sulla Fede (sempre tenendo al collo un enorme Crocifisso). In più il film offre vari numeri musicali, dove la star dà larga prova delle sue capacità; sulla scena ha ben più che forza vitale, è animalesca e istintiva, lasciando pochissimi margini all'immaginazione, dando in pasto voce e allusioni ad una sessualità esplicita e gesti inequivocabili alla folla in delirio. A frastuono finito, questa Madonna miliardaria, così idolatrata ed avida di successo, che parla a ruota libera e nel polverone mescola Dio ad incredibili banalità, che emerge cantando da una pattumiera di trivialità verbali e gestuali, si rivela per quello che è: una donna agguerrita, ma anche infantile e fragile, probabilmente sola. Sul piano morale il film è mille volte inaccettabile: trionfano sovrane, indecenze, sfrontatezza e sguaiataggini.