ACQUA TIEPIDA SOTTO UN PONTE ROSSO

Valutazione
Complesso, Discutibile, dibattiti
Tematica
Donna, Metafore del nostro tempo, Sessualità, Solidarietà-Amore
Genere
Metafora
Regia
Shohei Imamura
Durata
119'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Giappone
Titolo Originale
Akai hashi noshitano nurui mizu
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Motofumi Tomikawa, Daisuke Tengan, Shohei Imamura dal racconto omonimo di Yo Henmi
Musiche
Shinikiro Ikebe
Montaggio
Hajime Okayasu

Orig.: Giappone (2001) - Sogg.: dal racconto omonimo di Yo Henmi - Scenegg.: Motofumi Tomikawa, Daisuke Tengan, Shohei Imamura - Fotogr.(Panoramica/a colori): Shigeru Komatsubara - Mus.: Shinikiro Ikebe - Montagg.: Hajime Okayasu - Dur.: 119' - Produz.: Imamura Production, Nikkatsu Corporation.

Interpreti e ruoli

Yakusho Koji (Yosuke), Shimizu Misa (Saeko), Baisho Mitsuko (Mitsu), Kitramura Kazuo (Taro), Fuwa Mansaku (Gen), Natsuyagi Isao (Masayuki), Kitamura Yukiya (Shintaro), Kojima Hijiri . (Miki)

Soggetto

A Tokio il quarantenne Yosuke, rimasto senza lavoro, viene lasciato anche dalla moglie, che si fa sentire solo quando è il momento dell'assegno mensile per se e per il figlio. Yosuke passa molto tempo in compagnia di Taro, un vecchio vagabondo che gli racconta un fatto capitatogli molti anni prima: in una casa affacciata su un ponte rosso nella penisola di Noto, sul mar del Giappone, lui ha nascosto una piccola statua di Buddha in oro, sottratta ad un tempio. Taro gli dice, che se andrà a ritirarla, gliela offrirà come regalo, pago solo di averla vista ancora una volta. Yasuke accetta, ma il vecchio muore poco dopo. L'uomo tuttavia si mette in viaggio, arriva nel paese indicato, individua la casa sotto il ponte, da cui esce una ragazza. La segue al supermercato, la osserva rubare dei formaggi, é colpito da una pozza d'acqua per terra sotto di lei. Torna alla casa, è accolto dall'anziana Mitsu, rivede Saeko, le restituisce un orecchino, resta indeciso, e lei lo abbraccia con passione. Poi, nel momento del rapporto amoroso, dal corpo di lei escono forti e vigorosi fiotti d'acqua, che vanno a finire nel vicino canale e attirano i pesci, con grande gioia dei pescatori presenti. Ogni volta che Saeko sente salire denrto questa riserva d'acqua, chiama Yosuke per aiutarla a liberarsene. Lui allora si ferma, trova lavoro come pescatore, cerca una nuova vita. Saeko un giorno gli dice 'mi hai guarita'. Il Buddha che Yosuke cercava è già stato tolto, al suo posto c'è acqua. Una mattina, Yosuke vede Saeko mentre accetta un passaggio in macchina. La segue lungo il mare, litigano. Lei dice che lui la voleva solo per la sua acqua. Lui replica che non è vero. Si abbracciano, l'acqua sgorga di nuovo da Saeko. E intorno a loro spunta l'arcobaleno.

Valutazione Pastorale

Shohei Imamura, oggi 75 anni, è uno dei grandi vecchi del cinema giapponese, capace di assumere, elaborare e codificare tutta l'ampia gamma di espressività della cultura nazionale: da quella figurativa, a quella musicale, a quella linguistica. Sintesi di vari linguaggi espressivi, il suo cinema ne raccoglie le suggestioni e le compone in storie che risultano naturalmente sfaccettate e variamente articolate. Il simbolo(come gli ideogrammi della scrittura) ne é il tratto principale. Simbolo può essere al tempo stesso sinonimo di un riferimento palese o di un codice non facile da decifrare. Così accade in questo racconto: una favola, una ballata, una filastrocca forse, sulle rime della quale si dipana la melodia dell'acqua come espressione di un desiderio, di amore da elargire. L'acqua come elemento primordiale di vita. La nascita, dunque, e poi l'esistenza: il vecchio Taro, vagabondo solitario, è forse il regista stesso, arrivato alla soglia dei bilanci che affronta con saggezza distaccata ma anche con sboccata vitalità. Amore certo è anche carne, erotismi, palesi riferimenti sessuali: é il Giappone diviso tra la materia e la spiritualità, tra anima e corpo. Difficile comprendere tutto in un racconto ora semplice e quasi infantile, ora ermetico e esteriore. Difficile ma affascinante, perchè é il risultato di un discorso sulla vita e sull'amore non banale nè superficiale. Temi realistici (il disoccupato, il Giappone in crisi), temi colti sotto l'aspetto speculativo (gli oracoli, il culto della fertilità, la morte). Molta materia per riflettere dunque in un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, complesso e adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si segnala per proiezioni mirate, per un pubblico adulto in grado di recepire e appprofondire i moltissimi spunti sopra elencati. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.

Le altre valutazioni

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