Adagio

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Avidità, Carcere, Cronaca, Delinquenza minorile, Denaro, Droga, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Giustizia, Mafia, Male, Media, Politica-Società, Potere, Povertà, Violenza
Genere
Drammatico, Poliziesco
Regia
Stefano Sollima
Durata
127'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Adagio
Distribuzione
Vision Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Stefano Bises, Stefano Sollima
Fotografia
Paolo Carnera
Musiche
Subsonica
Montaggio
Matthew Newman, Silvia De Rose
Produzione
Fabio Carlà, Lorenzo Mieli, Ludovico Purgatori, Stefano Sollima, Gianfranco Barbagallo, Elena Recchia. Casa di produzione: The Apartment - Fremantle, AlterEgo e Vision Distribution

In Concorso all'80a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2023)

Interpreti e ruoli

Piefrancesco Favino . (Cammello), Toni Servillo (Daytona), Valerio Mastandrea (Polniuman), Adriano Giannini (Vasco), Gianmarco Franchini (Manuel), Francesco Di Leva (Bruno), Lorenzo Adorni (Massimo), Silvia Salvatori (Silvia)

Soggetto

Manuel è un sedicenne sotto ricatto da due carabinieri corrotti, che lo intimano di infiltrarsi in una festa dove un noto politico è incline a rapporti con minori e a far scorrere fiumi di cocaina. Il ragazzo non porta a termine la missione e scappa, allarmando i due agenti che iniziano a dargli la caccia per avere il suo silenzio. Manuel, si rivolge a due ex amici malavitosi del padre in cerca di soccorso. Tutto corre veloce e trova un tragico epilogo in poco più di 24 ore…

Valutazione Pastorale

Romano classe 1966, il regista Stefano Sollima si presenta in Concorso a Venezi80 con "Adagio", un’opera in linea con il suo orizzonte narrativo e la sua filmografia: da “Suburra” (2015) alle serie “Romanzo criminale” (2008-10) e “Gomorra” (2014-16), sino al film internazionale “Soldado” (2018). "Adagio" è un altro sguardo fosco e impietoso della Roma contemporanea, dove una corruzione morale serpeggia tra i palazzi delle istituzioni, tra le fila delle forze dell’ordine e nelle periferie abbandonate dallo Stato. Protagonisti Toni Servillo, Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Adriano Giannini, Francesco di Leva e l’esordiente Gianmarco Franchini. La storia. Manuel è un sedicenne sotto ricatto da due carabinieri corrotti, che lo intimano di infiltrarsi in una festa dove un noto politico è incline a rapporti con minori e a far scorrere fiumi di cocaina. Il ragazzo non porta a termine la missione e scappa, allarmando i due agenti che iniziano a dargli la caccia per avere il suo silenzio. Manuel, si rivolge a due ex amici malavitosi del padre in cerca di soccorso. Tutto corre veloce e trova un tragico epilogo in poco più di 24 ore… "Questo è il racconto – afferma Sollima – del declino inesorabile, struggente, di tre vecchie leggende della Roma criminale alla ricerca di una redenzione impossibile in un mondo ancora più cinico, caotico e feroce di quello che avevano governato negli anni d’oro. Un mondo che schiaccia relazioni familiari, amichevoli e fraterne senza lasciare altri legami tra gli uomini al di fuori del denaro. Una città governata dal caos, dalla corruzione, dal cinismo e asfissiata dal caldo torrido, devastata dagli incendi e dal buio dei blackout…” Il regista, come sempre, mette in campo una regia solida e vigorosa, scandagliando le zone d’ombra della Capitale ma anche quelle dell’animo umano. Tutti i protagonisti della vicenda appaiono come anime alla deriva in un oceano di crudeltà e violenze, dove non sembra esserci spazio per la salvezza, per un’occasione di riscatto. Lo ha dichiarato proprio Pierfrancesco Favino in conferenza stampa a Venezia80, sottolineando come nel cinema di Sollima non ci sia Dio, margini di redenzione. A ben vedere, però, il personaggio che interpreta, Cammello, con alle spalle anni di criminalità e carcere, incattivito nei confronti della vita per la morte del figlio e per un cancro che lo sta divorando, decide di cambiare rotta e tendere una mano di salvezza a Manuel. Inaspettatamente, si dimostra permeabile alle emozioni e prova a soccorrere il giovane, dando a lui quella speranza che il figlio non ha mai ricevuto. Racconto feroce, disperante, disseminato da asprezza e violenza, Stefano Sollima firma un film potente, forse troppo legato agli schemi di genere, al suo perimetro narrativo. Complesso, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Per i temi e il linguaggio in campo, il film è indicato per un pubblico adulto.

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