ALI’ HA GLI OCCHI AZZURRI

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Educazione, Famiglia - genitori figli, Giovani, Rapporto tra culture, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Claudio Giovannesi
Durata
94'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Claudio Giovannesi, Filippo Gravino Claudio Giovannesi, Filippo Gravino in collaborazione con Francesco Apice
Musiche
Claudio Giovannesi, Andrea Moscianese
Montaggio
Giuseppe Trepiccione

Orig.: Italia (2012) - Sogg.: Claudio Giovannesi, Filippo Gravino in collaborazione con Francesco Apice - Scenegg.: Claudio Giovannesi, Filippo Gravino - Fotogr.(Scope/a colori): Daniele Ciprì - Mus.: Claudio Giovannesi, Andrea Moscianese - Montagg.: Giuseppe Trepiccione - Dur.: 94' - Produz.: Fabrizio Mosca per ACABA Produzioni con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Nader Sarhan (Nader), Stefano Rabatti (Stefano), Brigitte Apruzzesi (Brigitte), Marian Valenti Adrian (Zoran), Cesare Hosny Sarhan (padre di Nader), Fatima Mouhaseb (madre di Nader), Yamina Kacemi (Laura), Salah Ramadan (Mahmoud), Marco Conidi (padre di Brigitte), Alessandra Roca (madre di Brigitte), Elisa Geroni (Eleonora), Roberto D'Avenia (Ruggero), Totò Onnis (vigile), Alfonso Prudente . (vigile)

Soggetto

Alle otto di mattina, sul lungomare di Ostia, Nadar e Stefano, due amici sedicenni, rubano un motorino, fanno una rapina e poi entrano a scuola. Nadar è nato a Roma ma la famiglia è egiziana. Durante una mattinata in discoteca, Stefano pugnala un giovane, poi i due scappano, sperando si averla fatta franca. I parenti del ferito però sono sulle loro tracce. Nadar si sente italiano e litiga con i genitori che vogliono il rispetto della religione nativa. Quando la convivenza risulta impossibile, Nadar va via di casa e comincia a dormire dove capita. Stefano è con lui fino a quando non mette gli occhi sulla sorella di Nadar ed esce con lei. Furti, litigi, violenze punteggiano sette giorni della vita dei due giovani.

Valutazione Pastorale

Dopo i primi documentari e "Fratelli d'Italia" (2009), Giovannesi rimane in zona. Tra Ostia e dintorni ambienta la vicenda di Nadar e Stefano. Le premesse sono certamente giuste e credibili. Quella dei giovani (ancora minorenni) con genitori non europei ma nati in Italia è una situazione estremamente complicata, mai veramente affrontata a livello giuridico/legislativo, lasciata sedimentare senza punti di riferimento e resa più delicata quando nella dialettica generazionale sk inserisce il tema religioso. Nadar non ne vuole sapere di attenersi a ciò che dice il Corano, ma ugualmente si scaglia contro il crocefisso in classe. Lui e l'amico Stefano sono due prototipi dei loro coetanei di oggi: arrabbiati, litigiosi, insoddisfatti, dediti a distruggere più che a costruire. Conoscono solo il linguaggio di coltelli, pistole, agguati, offese, intervallati da slanci d'amore verso la ragazza di turno. La rappresentazione di questi scenari è affidata ad un taglio aspro, secco, ispido. Ma una realtà violenta deve avere una messa in scena banalmente identica, fotocopiata, mai in grado di sollevarsi sulle miserie che individua? L'interrogativo resta tra le pieghe del copione, che poi, per temi e proposte, si fa, quasi inevitabilmente affidare alla riflessione dello spettatore. E il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, più opportunamente, in occasioni mirate, dove sia possibile avviare scambio di opinioni sugli argomenti affrontati, e sul taglio narrativo scelto dal regista. Molta attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

Le altre valutazioni

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