
Orig.: Canada (2006) - Sogg.: tratto dal romanzo "Nemico, amico, amante" di Alice Munro - Scenegg.: Sarah Polley - Fotogr.(Panoramica/a colori): Luc Montpellier - Mus.: Jonathan Goldsmith - Montagg.: David Wharnsby - Dur.: 110' - Produz.: Daniel Iron, Simone Urdl, Jennifer Weiss.
Interpreti e ruoli
Julie Christie (Fiona), Gordon Pinsent (Grant), Olympia Dukakis (Marian), Michael Murphy (Aubrey), Kristen Thomson (Kristy), Wendy Crewson (Madeleine), Alberta Watson (dott. Fischer), Deanna Dezmari (Veronica), Clare Coulter . (Phoebe Hart)
Soggetto
Dopo 50 anni di felice matrimonio, Fiona e Grant Anderson si accorgono di dover fare i conti con le continue dimenticanze che la donna accusa. Di fronte all'incombere del morbo di Alzheimer, decidono che é il momento per lei di ricoverarsi in una clinica specializzata. La conseguenza é che Grant, nel rispetto delle regole della clinica, deve restare lontano dalla moglie per un periodo lungo, mai capitato prima. Quando torna in visita, capisce che niente é più come prima: Fiona non lo riconosce e, nel frattempo, ha trovato conforto nell'amicizia con un altro ospite, un certo Aubrey, che lei accudisce con amore. Ogni tentativo per tornare indietro da questa situazione si dimostra inutile. Grant entra in confidenza con Marian, moglie di Aubrey, scambia confidenze, cerca qualche sollievo. Fiona intanto viene trasferita al 2^ piano, laddove la malattia é irreversibile. Lui la abbraccia, ma fuori c'è Aubrey ad aspettare.
Valutazione Pastorale
Il racconto della scoperta e dell'avanzare lento ma inesorabile dell'Alzheimer é affidato a pagine di intensa e convincente emozione. Ispirandosi ad un racconto di Alice Munro, Sarah Polley tratteggia con sensibilità il diagramma di una 'disgrazia' che spezza il filo di una unione bella e duratura. Volutamente lasciando da parte sia gli aspetti più decisamente medico-scientifici sia quelli sociali, il copione trova slancio nel proporsi come uno sguardo non solo sulla malattia ma anche sull'amore coniugale. Il progressivo frantumarsi di una quotidianità fatta di piccoli gesti, di attenzione, di ricordi lascia un vuoto impossibile da colmare, scorie di equilibrio nelle quali la memoria non ha più cittadinanza, e l'impossibilità di opporsi al degrado lascia quasi atterriti. Tuttavia la storia ha accenti non di disperazione ma di sublimazione, dell'amore e dei sentimenti. La ricchezza di affetti e di reciproca stima accumulata in tanti anni non sfuma, non sfiorisce. Qualche passaggio un po' edulcorato non sminuisce la compattezza di una trama che commuove e conquista, lanciando segnali di speranza non fine a se stessa, anche in assenza di un orizzonte di trascendenza. Per questo il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come raccomandabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in molte circostanze per avviare riflessioni sull'importante argomento al centro della vicenda.