
Orig.: Francia (2008) - Sogg. e scenegg.: Vincent Garenq - Fotogr.(Panoramica/a colori): Jean Claude Larrieu - Mus.: Laurent Levesque, Loik Dury - Montagg.: Dorian Rigal Ansous - Dur.: 93' - Produz.: Christophe Rossignon.
Interpreti e ruoli
Lambert Wilson (Emmanuel), Pilar Lopez de Ayala (Fina), Pascal Elbé (Philippe), Anne Brochet (Cathy), Andrée Damant (Suzanne), Florence Darel (Isa), Marc Duret (Marc)
Soggetto
A Parigi Emmanuel, pediatra, vuole fortemente un figlio. A nulla serve che Philippe, suo compagno e convivente, gli ricordi che una coppia gay non può avere figli. Per caso Emmanuel incontra Fina, un'argentina senza permesso di soggiorno, e le propone di fare un figlio, di sposarla, darle la cittadinanza e dubito dopo divorziare. Fina prima rifiuta poi, visti i rischi della sua posizione di clandestina, accetta. Emmanuel fa una visita medica e scopre di essere sterile. Non si perde però d'animo, va da Philippe (nel frattempo si sono lasciati) e chiede a lui di prestargli il seme per mettere incinta Fina. Arrivano i genitori di lei dall'Argentina, si celebra il matrimonio (durante il quale la passione tra Emmanuel e Philippe rinasce). Fina ora aspetta un figlio ma lascia la casa, dove i due amici sono tornati a vivere insieme. Quando partorisce la ragazza li chiama. Tutti all'ospedale, il piccolo nasce, il padre viene indicato in Emmanuel. Tempo dopo i due insieme vanno incontro a Fina che esce dal lavoro.Due padri felici e una mamma sorridente.
Valutazione Pastorale
Se si é arrivati in fondo alla lettura del soggetto, si avrà un'idea solo parziale dell'ignobile guazzabuglio messo insieme dalla trama. Per esempio, in più ci sono i colloqui che i due uomini hanno con coppie omosessuali femminili, sempre per poter procreare; e altre situazioni che è forse inutile aggiungere. Il fatto che tutto sia proposto nell'ottica della commedia brillante, quasi scanzonata e 'leggera', non assolve ma anzi aggrava la sostanza di un film che scherza pericolosamente con argomenti forti e delicatissimi, arrivando a proporsi come un manifesto del "tutto é possibile", "tutto é lecito". Accanto ad altre osservazioni che pure dovrebbero essere fatte (la presa in giro delle persone che arrivano a controllare lo stato di coloro che fanno richiesta di adozione...), resta il senso di una irrisione di valori che travalica gusto e misura. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come inaccettabile, e del tutto negativo.
Utilizzazione
é da evitare sia in programmazione ordinaria che in altre occasioni. Molta attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di Vhs e DVD.