Interpreti e ruoli
Michael Keaton (Beetlejuice), Winona Ryder (Lydia Deets), Catherine O'Hara (Delia Deets), Jenna Ortega . (Astrid Deets), Monica Bellucci (Delores), Willem Dafoe (Wolf Jackson), Justin Theroux (Rory), Burn Gorman (Reverendo)
Soggetto
Sulla famiglia Deetz si abbatte una tragedia che spinge le tre donne di casa, la videoartista Delia, la conduttrice Tv Lydia e la figlia adolescente Astrid, a ritrovarsi insieme sotto lo stesso tetto a Winter River, nella loro casa un tempo infestata dai fantasmi, o meglio dallo spiritello irrequieto Beetlejuice. Una serie di inaspettate coincidenze e imprevisti spingono Lydia a confrontarsi con il passato, a dover chiedere “aiuto” a Beetlejuice…
Valutazione Pastorale
Alla Mostra del Cinema Tim Burton aveva già ricevuto un Leone d’oro alla carriera nel 2007. Ora l’autore statunitense fa ritorno in Laguna con l’onore di aprire ufficialmente l’edizione 81 del Festival con “Beetlejuice Beetlejuice”, sequel del suo “Beetlejuice” diretto nel 1988. A distanza di trentacinque anni Burton ha ripreso in mano il progetto, chiamando anzitutto a raccolta i protagonisti di allora: Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O’Hara. A convincerlo è stato il copione scritto da Alfred Gough e Miles Millar, già suoi collaboratori per la serie Netflix “Mercoledì” (2022). Tra i produttori figura, insieme al regista, Brad Pitt. La storia. Sulla famiglia Deetz si abbatte una tragedia. Questo spinge le tre donne di casa, la videoartista Delia, la conduttrice Tv Lydia e la figlia adolescente Astrid a ritrovarsi insieme sotto lo stesso tetto a Winter River, nella loro casa un tempo infestata dai fantasmi, o meglio dallo spiritello irrequieto Beetlejuice. Una serie di inaspettate coincidenze e imprevisti spingono Lydia a confrontarsi con il passato, a dover chiedere “aiuto” a Beetlejuice… “Questo nuovo film – ha dichiarato Burton – è molto personale per me, in parte perché ha lo stesso spirito del primo: molta improvvisazione, molti effetti speciali non digitali e semplicemente molta libertà di fare quello che volevo fare. Mi ha ricordato il vero motivo per cui mi piace fare film”. Quanto afferma l’autore è un tratto evidente del racconto, un chiaro divertissement sul binario stilistico-narrativo che ha sempre abitato, la favola nera con lampi di umorismo irriverente. In “Beetlejuice Beetlejuice” troviamo pertanto molte maschere e suggestioni tipicamente burtoniane, dove il concetto di “mostruoso” vira sempre verso l’umorismo esilarante; non mancano omaggi cinematografici, compreso quello al regista italiano Mario Bava. E se non ci sono “novità” sulla narrazione di Burton, è interessante allargare il campo dello sguardo e considerare il suo rapporto con la morte, come ha inserito il tema del film. I protagonisti, soprattutto Lydia (Winona Ryder) e Astrid (Jenna Ortega) si trovano a fare esperienza di un incontro faccia a faccia con la morte, recuperando così slancio nella vita, nella ricostruzione di un rapporto madre-figlia più stabile e sano. Burton, poi, sfidando il tema della morte, non si addentra troppo nel definire i contorni dell’Aldilà: si ferma un passo prima, quasi a rispettarne i tratti, la profondità. Nel complesso il film funziona nella logica dello sberleffo, dell’ironia a briglia sciolta, nell’impianto da film di evasione che corre su un genere, o meglio su una marca stilistica, ben preciso. Burton è Burton, si sa, da apprezzare soprattutto per il suo sguardo visionario e provocatorio. Complesso, problematico-brillante.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Per gli appassionati del genere.