BELLE EPOQUE

Valutazione
Inaccettabile, Amorale
Tematica
Genere
Grottesco
Regia
Fernando Trueba
Durata
108'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Spagna
Titolo Originale
BELLE EPOQUE
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Rafael Azcona Rafael Azcona, Jose Luis Garcia Sanchez, Fernando Trueba
Musiche
Antoine Duhamel
Montaggio
Carmen Frias

Sogg.: Rafael Azcona, Jose Luis Garcia Sanchez, Fernando Trueba - Scenegg.: Rafael Azcona - Fotogr.: (scope/a colori) Jose Luis Alcaine - Mus.: Antoine Duhamel - Montagg.: Carmen Frias - Dur.: 108' - Produz.: Andres Vicente Gomez, Fernando Trueba, Lola Films

Interpreti e ruoli

Penelope Cruz (Luz), Miriam Diaz-Aroca (Clara), Ariadna Gil (Violeta), Maribel Verdu' (Rocìo), Jorge Sanz (Fernando), Fernando Fernan Gomez (Manolo), Gabino Diego (Juanito), Michel Galabru (Danglard), Agustino Gonzales, Chus Lampreave, Mary Carmen Ramirez

Soggetto

nel 1931, in Spagna, nel disordine generale conseguito alla caduta della monarchia, Fernando, un giovane disertore, fugge attraverso i campi. A un certo punto incontra Manolo, un anziano pittore solitario, che vive appartato, con abitudini frugali: il giovane viene accolto con spontanea cordialità e i due diventano amici. Quando però stanno per arrivare da Madrid le quattro figlie di Manolo, Clara, Violeta, Rocìo e Luz, per trascorrere una breve vacanza col padre, Fernando deve lasciare l'amico. Se non che alla stazione, proprio mentre sta per salire in treno, Fernando incontra le quattro ragazze, e ci ripensa: resterà ospite di Manolo e si sbriglierà in una serie di avventure amorose, passando senza scrupoli dall'una all'altra delle quattro donne – col beneplacito del genitore – fino alle nozze con una di loro. Ricorderà quell'estate di libertinaggio consentito come la sua "belle époque".

Valutazione Pastorale

ogni sforzo tendente a dare un senso a questa ignobile farsa dello spagnolo Fernando Trueba va subito a vuoto: autoirrisione per la finalmente raggiunta repubblica, in cui tutto si riduce a licenza di irridere e dileggiare ogni possibile valore? Rozzo tentativo di trasferire in altri tempi vicissitudini della Spagna d'oggi, avviata allo sfacelo, per dimostrare che la sfrenatezza e il marcio erano già presenti ieri? Pretesa di mettere alla berlina lo stesso socialismo di Gonzales che ha ridotto il paese alla cloaca? O addirittura presunzione di andar oltre le furbesche reticenze del pur licenzioso Admodovar? Ciò che più di ogni altra cosa si coglie nel film è lo scempio totale della donna. Tutto è però talmente volgare, grossolano e irrisorio da meritare tutt'al più l'appellativo di favole informe e mal condotta, che non presenta personaggi con una loro sia pur sommaria psicologia, ma pupazzi, fantocci, macchiette, marionette senza carattere e senz'anima.

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