BENVENUTI IN PARADISO *

Valutazione
Accettabile-riserve, Realistico
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Alan Parker
Durata
131'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
COME SEE THE PARADISE
Distribuzione
Fox
Musiche
Randy Edelman
Montaggio
Gerry Hambling

Sogg. e scenegg.: Alan Parker - Fotogr. (panoramica/a colori): Michael Seresin - Mus.: Randy Edelman - Montagg.: Gerry Hambling - Dur.: 131' - Produz.: Robert F. Colesberry.

Interpreti e ruoli

Dennis Quaid (Jack Mc Gurn), Tamlyn Tomita (Lily Kawamura), Sab Shimono (Hiroshi Kawamura), Shizuko Hoshi (Mrs. Kawamura), Stan Egi (Charlie Kawamura), Ronald Yamamoto (Harry Kawamura), Akemi Nishino (Dulcie Kawamura), Naomi Nakano.

Soggetto

Nel 1936 l'irlandese Jack Mc Gurn, giunto a Los Angeles per sfuggire al suo passato di militante attivo in un sindacato di New York, trova lavoro in un cinema della "Little Tokio", la colonia degli oriundi giapponesi, di proprietà di Hiroshi Kawamura, un immigrato che ha educato i suoi figli Charlie, Lily, Harry, Dulcie, Yoyce e Frankie ad amare la loro patria americana dove sono nati. Dopo un contrastato matrimonio con Lily, allietato dalla nascita della graziosa Mini, nel 1941 Jack è costretto ad arruolarsi mentre la famiglia Kawamura, unitamente ad altre migliaia di cittadini statunitensi di orgine giapponese, viene forzatemente trasferita in un campo di internamento nel deserto. In una situazione così drammatica l'anziano Hiroshi muore; l'irriducibile Charlie, divenuto un contestatore, viene rimpatriato in Giappone; il giovane Harry, arruolatosi nell'unità giapponese-americana 442, rimane ucciso in battaglia; sopravvivono la moglie di Hiroshi e gli altri figli. Dimesse ormai dal campo, nel 1948, Lily e la piccola Mini riescono a riunirsi con Jack.

Valutazione Pastorale

Una pagina vera di storia, un internamento che fu per gli Stati Uniti un errore politico (di cui il Governo fece ammenda prima della conclusione del conflitto, ammettendo l'incostituzionalità del provvedimento e risarcendo i danneggiati, ma che ovviamente determinò amarezze e problemi, lutti e danni). Lo spunto non mancava di interesse, ma l'opera, a parte alcuni momenti più riusciti, si sfilaccia in dettagli ed eventi di scarsa importanza. Il film è soprattutto troppo insistito su di un punto: che, pur trattandosi di cittadini americani, malgrado i loro tratti somatici di origine, furono sottoposti alla dura e ingiusta umiliazione del filo spinato da parte di un Paese in cui si ritenevano ed erano perfettamente integrati. Questa verità è detta, ripetuta e conclamata fino alla nausea, tanto da non suscitare emozioni eccessive. Interpretazione corretta con qualche concessione alla "love-story" fra l'irlandese e la giovane nippo-americana.

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