BETTY

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Alcolismo, Donna
Genere
Drammatico
Regia
Claude Chabrol
Durata
104'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
BETTY
Distribuzione
Academy Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Claude Chabrol dal romanzo di George Simenon
Musiche
Matthieu Chabrol
Montaggio
Monique Fardoulis

Sogg.: dal romanzo di George Simenon - Scenegg.: Claude Chabrol - Fotogr.: (panoramica/a colori) Berbard Zitzermann - Mus.: Matthieu Chabrol - Montagg.: Monique Fardoulis - Dur.: 104' - Produz.: Mk 2 Productions, C.E.D. Productions, Fr 3 Films Productions

Interpreti e ruoli

Marie Trintignant (Betty), Stephane Audran (Laure), Jean-François Garreaud (Guy), Yves Lambrecht (Mario), Christiane Minazzoli, Pierre Vernier, Nathalie Kousnetzoff, Thomas Chabrol, Pierre Martot, Yves Verhoeven

Soggetto

uscita ubriaca con uno sconosciuto da un locale, Betty viene portata a "La Buca", un ristorantino di Versailles, gestito da un certo Mario. Impietosita per lo stato della giovane donna, Laure – l'amante di Mario – le trova una stanza nell'albergo dove risiede (è una lionese, vedova e senza figli) e si occupa di lei. Qui comincia il racconto di Betty, che alterna i ricordi a robuste sorsate di whiskey, dal quale non sa più distaccarsi. Sposatasi giovanissima con Guy, rampollo di una ricca famiglia borghese, con fratello, moglie e genitori sussiegosi ed oppressivi e lui, del tutto dominato dalla madre, Betty non è riuscita ad adeguarsi all'ambiente in cui è entrata: neppure le due piccolissime figlie le sembrano più sue. D'altro canto e più a fondo nel suo intimo, essa non ha mai potuto cancellare il ricordo di Teresa, una servetta più grande di lei ma ancora adolescente, stuprata dallo zio. Da quell'episodio cui ha assistito atterrita e come affascinata ad un tempo, il significato dell'esser donna ha coinciso per Betty con l'idea stessa del dolore. Ora essa è una randagia: la famiglia l'ha espulsa di casa, una sera in cui, essendovi sola, essa vi ha fatto entrare il sassofonista di un locale per concedersi a lui. Con tanto di carta firmata e senza far chiasso, Guy l'ha messa alla porta, impegnandola perfino a non vedere le bambine. Durante la breve permanenza nell'albergo di Versailles, un incontro ha luogo nella hall con il marito, ma ormai il rapporto è infranto. Betty continua con il bere, il suo deperimento e degrado sono visibili e un medico chiamato da Laure – li accerta e consiglia riposo. Betty spia dalla porta l'amica ed il suo amante che fanno l'amore, poi, andando Laure a Parigi, accoglie Mario fra le proprie braccia. Ma quella di Laure è stata una falsa partenza: per un presentimento la donna torna e si trova tradita dalla nuova coppia, malgrado tutto ciò che ha fatto per l'ubriacona vogliosa di sesso. Così Betty ha strappato all'altra il suo uomo e continuerà con lui una vita balorda e sradicata alla "Buca" di Versailles, mentre Laure, partita subito per Lione, finirà con il suicidarsi.

Valutazione Pastorale

romanzesca e patetica storia a forti tinte, molto "francese" per modi e stile (è di Claude Chabrol, che l'ha diretta e sceneggiata sulla scorta dell'omonimo romanzo di G.Simenon), ma tutto sommato insoddisfacente. Questa Betty che annega nell'alcool insofferenza, voglia di sesso e ricordi di vita è personaggio tutto costruito e assai mélo. Il lato psicologico della vicenda è poi elementare e non sempre convincente: lo spettacolo dello stupro della servetta ha traumatizzato la psiche e la memoria della giovane donna; la repressione in casa, i desideri assatanati e l'alcool hanno poi fatto il resto. Motivi di fondo, comportamenti e giustificazioni eventuali sono da respingere. È valida l'interpretazione delle due attrici Stephan Audran, la samaritana malissimo ricompensata e Maria Trintignant, afflitta e triste, negli scarsi panni di Betty.

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