BLUE DOLPHIN – L’AVVENTURA CONTINUA… *

Valutazione
Accettabile, Semplice, Famiglie
Tematica
Genere
Fantastico
Regia
Giorgio Moser
Durata
95'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
BLUE DOLPHIN - L'AVVENTURA CONTINUA...
Distribuzione
Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico
Soggetto e Sceneggiatura
Giorgio Moser, Chiara Barbarossa, Shaila Rubin Giorgio Moser
Musiche
Mario Nascimbene
Montaggio
Lilli Lombardo

Sogg.: Giorgio Moser - Scenegg.: Giorgio Moser, Chiara Barbarossa, Shaila Rubin - Fotogr.: (panoramica/a colori) Stefano Moser, Pierludovico Pavoni - Mus.: Mario Nascimbene - Montagg.: Lilli Lombardo - Dur.: 95' - Produz.: Film Unit 80, Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico

Interpreti e ruoli

Tara Freeman (Tara Moscatelli), Gianluca Valerio (Hiram), Tony Vogel (Zio Jerry), Paola Borboni (Nonna Giulia), Haruhiko Yamanouchi, Wang Po Shu, Anima Leico Saito, Rabbit Foin Murtag

Soggetto

una ragazza di dodici anni, Tara Moscatelli, soffre di solitudine per l'assenza del padre, un fantasioso archeologo italiano, e della madre, affermata psicanalista inglese. Educata in inghilterra, nel college di Persfield, Tara cerca di ingannare solitudine e monotonia con l'aiuto di un personal computer, che porta sempre con sè a tracolla, riuscendo, di quando in quando, a mettersi in contatto con i genitori, specialmente con l'avventuroso padre che, dalla sua "Marco Polo" una sofisticata barca-laboratorio ritiene d'aver individuato, sui fondali del Mar Rosso, un reperto di origine fenicia, un misterioso delfino di cristallo, che intende riportare alla luce. Tara sogna poichè l'anno scolastico volge al termine di poter trascorrere le vacanze su quella magica barca-laboratorio, e di veder riemergere il favoloso "delfino blù". Ma il sogno non potrà avverarsi quell'estate. Glielo dice lo zio materno Jerry: Tara dovrà trascorrere le vacanze a Venezia, presso la nonna paterna Giulia. Per reagire alla delusione, Tara si abbandona alle fantasie: immagina che un segreto interlocutore si sia inserito nel suo computer, e si affida alla sua guida. Durante una visita alla Mostra sui fenici, in corso a palazzo Grassi, Tara sosta stupida davanti a un delfino di cristallo: dall'inseparabile computer "L'interlocutore segreto" la sollecita a impadronirsi del delfino, ma, sul punto di portar a termine il rischioso furto, Tara viene rapita. Si ritrova su un'imbarcazione teleguidata, che, al compiersi di un'interminabile navigazione, getta l'ancora presso un'isola sconosciuta. Tara viene svegliata da un bussare discreto, ma ripetuto: qualcuno chiede di salire a bordo. È Hiram, un ragazzo di origine fenicia, sfuggito, millenni prima, ai riti sacrificali dei Tofet, sulla groppa di un delfino. Sbarcano insieme nell'isola dei Fenici, che risulta inaspettatamente occupata dalla organizzazione criminale dei Tanit, feroci samurai giapponesi fuorilegge, dai quali Tara viene catturata e destinata a far da cavia per un esperimento nucleare. Salvata in extremis da Hiram, Tara si appresta, tutta felice, a continuare con l'amico quella navigazione di sogno, ma Hiram all'istante scompare.

Valutazione Pastorale

avventurosa e gradevole fiaba moderna per ragazzi ormai familiarizzati con gli ossessivi videogiochi e gli aridi personal computer, ma pur sempre assetati di sogno e di meraviglie, il film "Blue Dolphin" di Giorgio Moser fa trascorrere minuti distensivi, finalmente al riparo da parolacce, maliziose situazioni da adulti, violenza e cattivo gusto. Particolarmente originale l'idea del regista di mettere a servizio del magico e dell'avventuroso, tanto graditi ai giovanissimi, la sua consumata esperienza di documentarista e il suo gusto dell'inquadratura suggestiva, così ben assecondato da Stefano Moser, sia per gli esterni, sia per le interessanti scenografle interne (palazzi, imbarcazioni, sotterranei inquetanti), e da Pierludovico Pavoni per le riprese subacquee. Più agile narrativamente nella prima parte, il racconto si appesantisce alquanto nella seconda, vuoi per le acrobatiche esibizioni di moto cross fra gli scoscendimenti dell' "isola dei Fenici", vuoi per i costumi, il trucco e i rituali magici nei sotterranei della regina Sayomara, che comanda le azioni criminose dei fuorilegge, vuoi per il macchinoso svolgersi della stessa cattura e liberazione di Tara. La giovane Freeman riesce a sostenere lungo tutto il film, abbastanza credibilmente, il ruolo di un'insolita Alice 2000 in un futuristico "paese delle meraviglie". Buono e appropriato il commento musicale di Mario Nascimbene.

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