Orig.: Francia (2002) - Sogg. e scenegg.: Arthur Emmanuel Pierre - Fotogr.(Scope/a colori): Giovanni Fiore Coltellacci - Mus.: Sarry Long - Montagg.: Ermanno Corrado, Hervé De Lize, Nicolas Fay, Richard Leclercs - Dur.: 100' - Produz.: Patrick Gouyou Beauchamps, Anne Regard, Claude Carrere.
Interpreti e ruoli
Emmanuelle Seigner (Laura Bartelli), Philippe Torreton (Marco Tisserand), Clément Brilland (Jeannot), Vittoria Scognamiglio (Doris), Yolande Moreau (istitutrice), Marc Duret (dottor Azzeri)
Soggetto
A Marsiglia Marco si innamora di Laura, spogliarellista, la convince a lasciare il locale, si sposano. Sei anni dopo, eccoli a Lione in una grande casa isolata e con un figlio, il piccolo Jeannot. Il bambino ha qualche difficoltà ad esprimersi. Laura lo porta dal medico e qui, per caso, scopre una fotografia inattesa del marito. Da quel giorno va in cerca di altre notizie su Marco, apprende che é stato sposato, che è chirurgo. Ma ben presto lui se ne accorge e comincia a tormentare la moglie in tutti i modi. Quando la situazione tra i due diventa difficile, Marco cerca di chiudere Laura in casa e sequestra Jeunnoti in un locale adiacente. A poco a poco il terribile quadro si delinea. Tempo prima, Marco aveva perso la moglie in un incidente e la figlioletta era rimasta senza conoscenza. Ora si trova in coma proprio in quel locale sotterraneo dove viene rinchiuso Jeannot. Marco aveva architettato un piano diabolico per sostituire la moglie con un'altra donna ugualmente uscita da un incidente d'auto. Tuttavia, dopo uno scontro cruento, Laura trova la forza per ribellarsi e per eliminare Marco. Due mesi dopo, Laura ha ripreso la propria vita e ora insegna a bambini sordi. Jeannot cresce, guarda il mare, ripensa a quello che ha vissuto.
Valutazione Pastorale
Si tratta di un'opera prima che si segnala sopratutto per il tono cinefilo: i due registi mettono insieme le suggestioni di tanto cinema del passato sul versante del thriller psicologico/psicanalitico (l'ultimo Hitchcock é ampiamente omaggiato) e a lungo andare la storia si avvolge molto su se stessa, lasciando spazio ad un crescendo che sfocia in un passaggio finale ad alta tensione. Tuttavia, tra un citazione e l'altra, si aprono spazi in cui, simbolicamente, é ben delineata l'amara parabola cui vanno incontro rapporti che puntano più sull'eccesso e meno sulla stima reciproca, più sull'esteriorità e meno sulla conoscenza profonda. Nell'insieme però la vicenda perde ben presto connotati realistici a favore di un impianto onirico, dove si scontrano l'amore vero e l'amore follia. Dal punto di vista pastorale, il taglio molto 'scoperto' del film induce a valutarlo come discutibile, segnalando le molte crudezze presenti. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si segnala per proiezioni mirate, sopratutto per appassionati del genere 'thriller', di cui rappresenta un buon esempio europeo di inizio millennio. Molta attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.