Orig.: Stati Uniti (2006) - Sogg.: Sacha Baron Cohen & Peter Baynham & Anthony Hines & Todd Phillips basato sul personaggio creato da Sacha Baron Cohen - Scenegg.: Sacha Baron Cohen & Anthony Hines & Peter Baynham & Dan Mazer - Fotogr.(Normale/a colori): Anthony Hardwick - Mus.: Erran Baron Cohen - Montagg.: Peter Baynham - Dur.: 86' - Produz.: Sacha Baron Cohen, Jay Roach - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Sacha Baron Cohen (Borat), Ken Davitian (Azamat), Luenell . (Luenell)
Soggetto
Dalla sua terra natale, il Kazakhstan, il giornalista Borat Sagdiyev parte per l'America con l'incarico di prepare un reportage televisivo su usi e costumi degli Stati Uniti di oggi. Dopo una breve soata a New York, Borat e il suo amico-collega Azamat noleggiano una macchina e cominciano un viaggio che ha come traguardo finale la California. I due toccano vari Stati (Washington DC, Virginia, Mississipi, Texas, Louisiana...), Borat fa interviste per strada e nei negozi, canta ad un rodeo, va a scuola di belle maniere, si fa invitare a cena da notabili dei luoghi, incontra gruppi di pentecostali, si incapriccia di una foto di Pamela Anderson e vuole a tutti i costi raggiungerla. Quando ci riesca, cerca di rapirla per sposarla, ma viene fermato e arrestato. Otto mesi dopo é di nuovo a casa, in Kazakhstan. Con lui c'é una prostituta americana un po' malandata conosciuta durante il viaggio. Mentre, per le strade, il precedente sport nazionale, la caccia all'ebreo, è stato sostituito dalla caccia al cristiano.
Valutazione Pastorale
Il giornalista fittizio fa finte interviste ma gli interlocutori le prendono per vere e balbettano risposte incerte o accennano reazioni imbarazzate. Lo spunto è quello, magari non nuovissimo, della candid camera; l'obiettivo quello di far emergere quella possibile 'verità' che le paludate inchieste 'ufficiali' quasi mai ottengono. Per fare questo Baron Cohen, comico inglese (é nato a Londra nel 1971), sceglie la strada della provocazione totale, e così, mettendo in atto gesti sconvenienti e pronunciando frasi poco corrette, innesca meccanismi di stupore, di impreparazione individuale e collettiva. Il punto centrale é (o dovrebbe essere) quello di andare a toccare il nervo scoperto della vita civile e sociale americana: la paura delle 'invasioni barbariche', ossia tutti gli altri, i non americani, quelli che fanno corsa a parte, che esistono in un universo parallelo. Ne consegue che le tappe di questo 'road movie' sono scandite da una ingenuita quasi perversa, da pesantezze visive prolungate, da un approccio a temi quali il razzismo, la libertà, la fede religiosa, improntato a sconcezze varie. Un satira dura, decisa, amara, un umorismo greve che può sollevare qualche risata ma anche essere respingente. E tuttavia non appare fine a se stesso, anche se, va ripetuto, perde il senso della misura per voler appunto strafare, o essere ripetitivo. Dal punto di vista pastorale, l'approccio ad un prodotto di questo tipo cerca di tenere conto da un lato delle intenzioni realistiche, concrete, precise dell'operazione, dall'altro mantiene ben ferma la constatazione che il buon gusto è quasi scomparso all'interno di quel genere narrativo che mette alla berlina vizi e virtù in giro per il mondo. Il film così viene valutato come discutibile, e nell'insieme soprattutto volgare. UTILIZZAZIONE: l'utilizzo é decisamente sconsigliato nella programmazione ordinaria. Qualche recupero può eventualmente essere previsto in occasioni mirate, laddove sia possibile accompagnare la proiezione con opportuni interventi di supporto. Molta attenzione è comunque da tenere in vista di passaggi televisivi o di utilizzo di VHS e DVD.