CARNAGE

Valutazione
Consigliabile, Problematico
Tematica
Ecologia, Educazione, Famiglia, Lavoro, Libertà, Matrimonio - coppia, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Roman Polanski
Durata
79'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Francia, Germania, Polonia, Spagna
Distribuzione
Medusa Film
Soggetto e Sceneggiatura
Yasmina Reza, Roman Polanski tratto dall'omonima piece teatrale di Yasmina Reza
Musiche
Alberto Iglesiaa
Montaggio
Hervé de Luze

Orig.: Francia/Germania/Polonia/Spagna (2011) - Sogg.: tratto dall'omonima piece teatrale di Yasmina Reza - Scenegg.: Yasmina Reza, Roman Polanski - Fotogr.(Scope/a colori): Pawel Edelman - Mus.: Alberto Iglesiaa - Montagg.: Hervé de Luze - Dur.: 79' - Produz.: Said Ben Said.

Interpreti e ruoli

Jodie Foster (Penelope Longstreet), Kate Winslet (Nancy Cowen), Christoph Waltz (Alan Cowen), John C.Really (Michael Longstreet)

Soggetto

Da lontano, fuori da una scuola, due ragazzini undicenni litigano e uno colpisce duramente l'altro, lasciandogli labbra gonfie e denti rotti. I genitori della 'vittima' invitano quelli del 'colpevole' a casa loro per cercare di risolvere la faccenda. Gli iniziali convenevoli scherzosi si trasformano ben presto in discorsi di tono diverso: un crescendo inesorabile e involontario che crea le premesse per una vera e propria resa dei conti.

Valutazione Pastorale

All'origine del film c'è un testo teatrale, "Le Dieu du carnage" scritto da Yasmina Reza e andato in scena con grande successo a Parigi, Londra, Broadway a partire dal 2006. Polanski ha visto lo spettacolo nella capitale francese, ne ha intuito le potenzialità di impatto e, con l'aiuto della stessa autrice, ne ha curato l'adattamento. Dall'iniziale ambientazione parigina l'azione è stata spostata a New York, mentre uguale è rimasto lo svolgimento in tempo reale e in un solo ambiente: il copione dura 80' proprio come l'incontro tra le due coppie. "Un vera sfida nel passaggio dal palcoscenico al grande schermo" ammette Polanski, oggi quasi ottantenne (nato a Parigi nel 1933 da genitori polacchi morti lui a Mathausen lei a Auschwitz). Sfida superata in modo ammirevole, grazie ad una invidiabile freschezza espressiva che crea spazi infiniti all'interno di un ambiente chiuso. Va aggiunto che la professionalità di Polanski e dei quattro attori non si risolve in una prova di bravura fine a se stessa ma è finalizzata a conferire spessore, credibilità e verità ai toni aspri di denuncia che si creano rispetto agli argomenti affrontati (cultura, società, politica, occidente e terzo mondo, famiglia, uomo e donna...). Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, e senz'altro problematico.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Il tono forte del dialogo, l'intensità dei temi, il taglio spesso improntato a ostilità e cinismo inducono a tenere attenzione per la presenza di minori e piccoli, anche in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

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