CERTI BAMBINI

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Bambini, Mafia
Genere
Drammatico
Regia
Andrea e Antonio Frazzi
Durata
92'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Diego De Silva, Marcello Fois, Ferdinando Vicentini Orgnani, Andrea e Antonio Frazzi tratto dal romanzo omonimo di Diego De Silva
Musiche
Almamegretta
Montaggio
Claudio Cutrì

Orig.: Italia (2003) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Diego De Silva - Scenegg.: Diego De Silva, Marcello Fois, Ferdinando Vicentini Orgnani, Andrea e Antonio Frazzi - Fotogr.(Scope/a colori): Paolo Carnera - Mus.: Almamegretta - Montagg.: Claudio Cutrì - Dur.: 92' - Produz.: Rosario Rinaldo per Pequod.

Interpreti e ruoli

Gianluca Di Gennaro (Rosario), Carmine Recano (Damiano), Arturo Paglia (Santino), Sergio Solli (Casaluce), Rolando Ravello (Sciancalepore), Miriam Candurro (Caterina), Nuccia Fumo (nonna Lilina), Mario Giordano (Brasile), Marcello Romolo (don Alfonso), Emanuela Garuccio . (Gemma)

Soggetto

Rosario, undici anni, vive in una casa popolare alla periferia di una grande città insieme alla nonna Lilina. L’anziana donna passa quasi tutto il giorno a letto e il nipote le prepara da mangiare e le porta le medicine. Rosario non va a scuola, e trascorre molto tempo in una sala giochi dove incontra alcuni suoi coetanei con i quali progetta piccole imprese criminali. Oggi però Rosario ha un impegno. Indossato un completo da calcio, infilata sopra una tuta, presa la borsa da ginnastica, il ragazzo sale sulla metropolitana verso l’appuntamento stabilito. Sul treno ripensa ad alcuni momenti significativi del suo recente passato. Nella sala giochi c’è Casaluce, un camorrista fallito che si accompagna a bambini. Così succede che Rosario e gli altri un giorno riescano ad attirare nei bagni l’attenzione di un signore, si fanno condurre fuori, lo bastonano, vedono una pistola che cade, Rosario la prende e spara al signore. Poi tiene l’arma per sé: ormai è sua. Rosario ha ammirazione per Santino, un ragazzo più grande di lui che lavora in una casa accoglienza per ragazze. Lo segue ed è accolto dal prete responsabile del centro. Qui Rosario si invaghisce di Caterina, una delle ospiti, ragazza nervosa e incinta. Un giorno Rosario assiste ad un rapporto tra Caterina e Santino e da quel momento decide di non essere più suo amico. Rosario e il suo gruppetto si recano a casa di una signora che, presi da loro i soldi, li fa accomodare in una stanza. Qui c’è la figlia di lei, a sua volta undicenne, pronta a prostituirsi. Rosario intanto comincia a farsi “conoscere”. Così viene avvicinato da Damiano, giovane boss, che lo istruisce su come fare a pensare davvero da criminale. In breve tempo arriva per Rosario il primo incarico. Ed eccolo scendere dal treno. Come convenuto, alla fine del corridoio si spengono le luci. Sbuca un signore, Rosario si avvicina, gli spara e infierisce sul corpo a terra. Poi si toglie la tuta, esce, vede sulla piazza alcuni ragazzi che giocano a pallone, si unisce a loro e si confonde. In lontananza arriva la sirena della polizia.

Valutazione Pastorale

Dicono i registi del film, i fratelli Andrea e Antonio Frazzi : " ...vogliamo raccontare la tragica quotidiana assurdità che un bambino oggi può essere costretto a vivere in una grande città... il film non vuole essere un'indagine antropologica di un fenomeno sociale, bensì una interpretazione degli eventi filtrati dalla 'memoria' di Rosario... un materiale quindi soggettivamente compromesso dalla condizione emotiva e affettiva dell'io narrante. Tale condizione ci permette di spalancare una porta che dà direttamente sul paesaggio interiore del protagonista...". Dare la parola agli autori era doveroso, vista la delicata materia affrontata. Lasciato da parte il romanzo all'origine della realizzazione (qui si valuta il film), va detto che le spiegazioni non dicono quasi nulla e che lo svolgimento lascia interdetti di fronte alla scelta degli autori di fare di Rosario il prototipo di un ragazzino virile e coraggioso, già omicida a undici anni, e quindi destinato ad un grande futuro. E' falso infatti concentrare l'attenzione solo su Rosario, e poi tracciare un quadro di contorno turpe e avvelenato senza mai soffermarvisi sopra. E' troppo facile tratteggiare una figura di sacerdote inetto, un centro di accoglienza in preda all'isteria, una mamma che prostituisce la figlia bambina, e poi scivolare via dicendo che si tratta di un mondo dominato dall'indifferenza. Dopo una prima prova che aveva già suscitato perplessità ("Il cielo cade"), i fratelli Frazzi si confermano registi del tutto privi di sguardo: non si trattava di giudicare, ma di essere in grado di fare lievitare la miseria della materia trattata, di mettersi dalla parte dei bambini e non di assecondarli nei loro disvalori, nell'assenza di una famiglia, di genitori, di una pietà e di una compassione che agli undicenni non può essere negata. In questo modo il film, rinunciando a qualunque tentativo di scavo dei problemi, si fa veicolo di giustificazione, fino ad un finale che vede Rosario giocare tranquillo a pallone e la polizia costretta ad archiviare un nuovo delitto senza colpevole. Un film sbagliato, accondiscendente verso 'quei' bambini e per niente disposto a dare segnali di speranza verso un cambiamento. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e nell'insieme negativo. UTILIZZAZIONE: è da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre occasioni. Molta attenzione é da tenere per i minori in previsione di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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