CIN CIN

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Matrimonio - coppia
Genere
Commedia
Regia
Gene Saks
Durata
96'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
CIN CIN
Distribuzione
Penta Distribuzione
Musiche
Pino Donaggio
Montaggio
Anna Poscetti

Sogg. e scenegg.: dal lavoro teatrale di François Paul Billetdoux, Ronald Harwood - Fotogr.(normale/a colori): Franco Di Giacomo - Mus.: Pino Donaggio - Montagg.: Anna Poscetti - Dur.: 96' - Produz.: Produzioni Cinematografiche C.E.P.

Interpreti e ruoli

Marcello Mastroianni (Cesareo Grimaldi), Julie Andrews (Pamela), Jonathan Cecil, Ian Fitzgibbon, Jean Pierre Castaldi, Jean Jacques Dulon, Maria Machado, Denise Grey, Jean Michel Cannone, Catherine Jarrett, François Michaud.

Soggetto

Pamela è la moglie dell'affermato cardiochirurgo parigino Noiret, e Cesareo Grimaldi, ex muratore che ha fatto una fortuna a Parigi con un'impresa edilizia, è il marito italiano piuttosto maturo di Margherita, giovane francese di cui è innamorato. Dopo un intervento chirurgico di lieve entità di Noiret su Margherita, i due senza alcun dubbio già legati e non certo platonicamente, iniziano a convivere, lasciando con patente sfacciataggine i rispettivi coniugi. Il disperatissimo Cesareo chiede e ottiene un incontro con Pamela, per studiare insieme un piano di ricupero dei due infedeli. Ne segue un buffo susseguirsi di trovate, tentativi, equivoci, iniziative ora goffe ora inadeguate, che se mettono sempre più in risalto le diversità dei due (lui primitivo, grezzo, impulsivo e maldestro; lei elegante e compassata, distante e controllatissima) non mancano tuttavia di far nascere fra loro una sempre più palese attrazione. Quando finalmente i due infedeli decidono di far ritorno ai rispettivi coniugi e tutto sembra rientrato nell'ordine, Pamela e Cesareo si concedono trasgressivamente ore programmate da amanti segreti, facendosi beffe, ma sostanzialmente salvando il perbenismo di facciata.

Valutazione Pastorale

Mal riuscito come commedia, il film risulta di una superficialità inqualificabile. Non diverte affatto, con Mastroianni ridotto ora a guitto piagnucoloso, ora ad anacronistico latin lover da strapazzo, all'attacco di un'inattaccabile Julie Andrews lei sì in ruolo con la sua impeccabile eleganza e la sua freddezza scostante e col ricorso a situazioni e trovate di comicità costruita e stenta, solo in alcuni passaggi vagamente esilarante. Forse il testo teatrale di François Paul Billetdoux, a suo tempo proposto dallo stesso Mastroianni, presenta qualche risorsa umoristica più originale, ma la sceneggiatura di Ronald Harwood non appare felice e la regia di Gene Saks, in altre prove non affatto sprovveduto, è priva di verve e di ritmo. Occasione mancata per sferzare il perbenismo dei privilegiati, il film si risolve in una acquiescenza acritica al lassismo morale di moda, con quel suo finale da sonetto caudato, che plaude alla scelta dei due protagonisti, i quali, una volta rimesse a posto le cose col ritorno dei due infedeli, non trovano di meglio che accontentarsi di parentesi programmate di anacronistico abbandono a una passione quasi senile, fra risibile e patetico.

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