Orig.: Italia (2004) - Sogg. e scenegg.: Vincenzo Salemme dalla propria commedia teatrale 'Lo strano caso di Felice C' - Fotogr. (Panoramica/a colori): Arnaldo Catinari - Mus.: Francesco De Luca, Alessandro Forti - Montagg.: Mauro Bonanni - Dur.: 91' - Produz.: Vittorio Cecchi Gori.
Interpreti e ruoli
Vincenzo Salemme (Felice C), Maurizio Casagrande (Giuseppe Cocuzza), Lidia Vitale (Francesca), Teresa Del Vecchio (Livia), Biagio Izzo (Fedor), Domenico Aria (Renatino), Carlo Croccolo . (nonno), Federica Sbrenna (Giulietta), Olga Balan . (Robinka)
Soggetto
Funzionario statale, Giuseppe Cocuzza vive a Roma con la moglie Francesca, la figlia adolescente Gulietta e la sorella Livia con Renatino, un figlio un po' ritardato. Al ritorno dalle vacanze estive, Cocuzza inizia a ricevere mensilmente misteriosi pacchetti senza mittente contenenti 50mila euro. La famiglia esulta e la notizia attira anche Fedor, ex marito di Livia, che all'improvviso si ripresenta a casa. Cocuzza però si rifiuta di spendere quel denaro. Inoltre alcune bizzarre visite acuiscono i suoi sospetti: un falso ispettore INPS, uno strano postino, e infine un uomo travestito da suora che rivela la propria identità. Si tratta di Felice C., ex comunista che tredici anni prima aveva chiesto a Cocuzza la pensione di invalidità per la delusione del crollo del marxismo. Felice rivela di avere spedito i pacchetti per far cadere i principi morali di Cocuzza che ora, anche se a malincuore, accetta i soldi su insistenza della famiglia. Ma poi Felice ammette che quel denaro proviene da una vincita miliardaria di suo nonno al Totocalcio, grazie ad una schedina suggerita anni prima proprio da Cocuzza, che il nonno stesso ha deciso di ringraziare donandogli due dei dodici miliari vinti.
Valutazione Pastorale
Riscritta e adattata all'oggi da un testo messo in scena da Salemme nel 1989, la versione cinematografica (o televisiva) si divide in due parti ben identificabili. Nella prima, che crea le premesse narrative per la conclusione, Salemme dà spazio alla propria verve istrionico-macchiettistica, calandosi nei panni di vari personaggi, duettando con Cocuzza alla maniera di Totò/Peppino, ma trascurando qualunque idea di ritmo filmico. La seconda è dedicata alla 'sorpresa' che si apre ad una riflessione di taglio quasi politico-esistenziale, tanto incalzante nel monologo del protagonista quanto giusta e non priva di spunti interessanti. Mettendo insieme, si potrebbe dire, il primo e il secondo tempo dello spettacolo, ne scaturisce un prodotto di livello decoroso, ben interpretato ma ancora troppo 'da palcoscenico' e con poca dialettica tra i personaggi. Dal punto di vista pastorale tuttavia il film é da valutare come accettabile e nell'insieme problematico. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare nell'ambito dei rapporti cinema/teatro.