DAVE – PRESIDENTE PER UN GIORNO ***

Valutazione
Accettabile, Brillante
Tematica
Politica-Società
Genere
Commedia
Regia
Ivan Reitman
Durata
110'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
DAVE
Distribuzione
Warner Bros Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Gary Ross
Musiche
James Newton Howard
Montaggio
Sheldon Kahn

Sogg. e Scenegg.: Gary Ross - Fotogr.: (normale/a colori) Adam Greenberg - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: Sheldon Kahn - Dur.: 110' - Produz.: Lauren Shuler-Donner, Ivan Reitman

Interpreti e ruoli

Kevin Kline (Dave Kovic/William Harrison Mitchell), Sigourney Weaver (Ellen Mitchell), Frank Langella (Bob Alexander), Kevin Dunn (Alan Reed), Ving Rhames (Duane Stevensen), Ben Kingsley (Vice Presidente Nance), Charles Grodin (Murray Blum), Faith Prince, Laura Linney, Bonnie Hunt

Soggetto

William Harrison Mitchell Presidente degli Stati Uniti per i suoi molteplici impegni si avvale a volte di un sosia, a cui provvede il suo staff, composto dal consigliere Bob Alexander, dal direttore delle comunicazioni sociali Alan Reed e da Duane Stevensen, responsabile dei Servizi segreti. L'ultimo sosia utilizzato è Dave Kovic, titolare di un ufficio di collocamento, uomo onesto, tranquillo e felice quando può aiutare qualcuno. Ora accade che Mitchell, durante un fugace "relax" con una segretaria, sia colpito da ictus. Sarebbe lo scandalo se al Paese venissero dati notizia e dettagli, ma è un'occasione insperata per Alexander, persona ambiziosa e di potere. D'accordo con gli altri due della équipe presidenziale, viene taciuta la realtà ad Ellen, la First Lady; si mette in un protetto ospedale il Presidente; si invia a fare un lungo tour africano il Vice-Presidente Nance, mentre si lascia in "bella vista" ed in carica Dave. Il sosia è perfetto, si tratta solo di insegnargli a presiedere consigli e riunioni, mentre il potere decisivo resta ad Alexander. Certo, il problema con Ellen Mitchell non è da poco perché fra lei e l'augusto consorte vi sono molti dissapori: i due, a parte alcune presenze che il protocollo esige in comune, si detestano e non hanno rapporti di alcun genere. Dave, però, anche se accetta di stare al gioco, è amico di tutti, è spontaneo e decide di avviare una politica favorevole a disoccupati ed orfanelli (e così cattura la stima e l'apprezzamento della First Lady, sorpresa della innovazione). All'uopo Dave, con l'aiuto segreto di Murray Blum, un vecchio amico esperto in contabilità, opera notevoli tagli nel bilancio federale, per intraprendere infine una efficace lotta contro la disoccupazione. Dopo l'inevitabile sgomento nello staff di Alexander, vengono scoperte le mire politiche ed i traffici di costui, le firme (false) che ha apposto sui decreti del Presidente, mentre risulta integra l'onesta del vicepresidente Nance, rientrato dal Continente Nero. Speranze nuove crescono per il Paese, ma Dave pensa che il gioco ed il proprio impegno possono e debbano avere fine. Durante una importante riunione del Congresso, egli dichiara ai Rappresentanti del popolo che il suo rammarico è di non aver fatto abbastanza, fa dimettere lo sbalordito Alexander, indi, come per un improvviso malore, cade a terra. Portato in ospedale dove il vero Mitchell è in coma, Dave, che ha finto il suo malore, torna a fare il collocatore: sarà l'integro Nance a diventare Presidente, il quale, assumendo solennemente onore ed oneri, giura che attuerà il programma preannunciato dal suo "predecessore". Ellen Mitchell, ora vedova, càpita all'agenzia di Dave Kovic: quell'uomo così semplice e generoso ha fatto breccia nel suo cuore e lei intende dargli un aiuto nel lavoro in favore dei disoccupati.

Valutazione Pastorale

divertente e godibilissima commedia, con ritmi sostenuti, in uno spettacolo arioso e spigliato. E' vero che il sosia è un elemento classico per generare sorprese e risate, su cui si può sempre contare, ma qui il presidente "fasullo" si rivela un presidente più vero, energico e fattivo di quello in coma. Egli fa ordine e pulizia, denuncia corruzione e corruttori, mentre attiva subito un eccellente rapporto con la gente. Quando rientrerà come è naturale a svolgere il proprio originario lavoro, è qualcuno che ha vinto la partita e che ha alla sua maniera garbata, ma ferma, insegnato a "regnare". Un film di denuncia e di ottimismo salutare, una tematica ed uno spettacolo che non richiede riserve. Attendibile la ricostruzione di ambienti ufficiali (la grande Sala ovale, i corridoi della Casa Bianca). Suona invece posticcia la conclusione privata della storia della ex First Lady.

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