DEAD MAN WALKING – CONDANNATO A MORTE **

Valutazione
Accettabile-riserve, Problematico, Dibattiti
Tematica
Carcere, Donna, Giustizia, Metafore del nostro tempo, Morte, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Tim Robbins
Durata
102'
Anno di uscita
1996
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
DEAD MAN WALKING
Distribuzione
U.I.P.
Soggetto e Sceneggiatura
Tim Robbins tratto dal libro "Dead Man Walking" di Helen Prejean
Musiche
David Robbins
Montaggio
Lisa Zeno Churgin

Sogg.: tratto dal libro "Dead Man Walking" di Helen Prejean - Scenegg.: Tim Robbins - Fotogr.: (panoramica / a colori) Roger A. Deakins - Mus.: David Robbins - Montagg.: Lisa Zeno Churgin - Dur.: 102' - Produz.: Jon Kilik, Tim Robbins, Rudd Simmons

Interpreti e ruoli

Susan Sarandon (Helen Prejean), Sean Penn (Matthew Ponce-let), Roberta Maxwell (Lucille Poncelet), Michael Cullen (Carl Vitello), Raymond J.Barry (Earl Delacroix), R. Lee Ermey (Clyde Percy), Celia Weston (Mary Beth Percy), Robert Prosky, Lois Smith, Scott Wilson, Steve Boles, Peter Sarsgaard, Missy Yager, Margo Martindale

Soggetto

Il giovane Matthew Poncelet, condannato a morte in Louisiana, scrive alla suora Helen Prejean per avere colloqui ed assistenza in carcere. Con l'amico Carl Vitello, ora all'ergastolo, il giovane ha ucciso una notte due fidanzati che si erano appartati in un bosco. Vitello avendo tanto denaro ha potuto scampare con validi avvocati alla pena capitale, mentre Matthew è stato condannato a morte. Con l'approvazione dei suoi superiori, suor Helen (che svolge i propri compiti in un centro di servizi sociali) si appresta alla insolita missione. Matthew è un tipo fra il bullesco e lo sprezzante, ma in realtà è disperato e dopo qualche contatto la suora entra in crisi. Tuttavia visita la madre del detenuto, Lucille Poncelet (con altri figli minorenni a carico cui provvedere) e raccoglie notizie ed elementi sull'infanzia del giovane, che ha contro l'opinione pubblica, la stampa e la televisione, oltre che i comitati favorevoli alla pena di morte. La minoranza invece, contraria alla barbarie delle esecuzioni in carcere, lotta invano. Ingaggiato un solerte difensore, vengono attivati gli ultimi strumenti giuridici utilizzabili, tra i quali la domanda di grazia al Governatore dello Stato, che la negherà. Suor Helen contatta i familiari delle due vittime: Earl Delacroix per il ragazzo Walter; Clyde e Mary Beth Percy per la figlia Hope, violentata e straziata prima dell'assassinio. Costoro non comprendono come la suora "difenda" un criminale non accettando loro l'idea del perdono. Malgrado lo scarsissimo tempo residuo, Matthew ha qualche cedimento: le parole della sua assistente spirituale e la Bibbia che essa gli ha dato cominciano ad avere effetto mentre le visite e l'evidente stato di angoscia e di crisi della suora aprono spiragli nel suo cuore. Suor Helen ottiene di poter assistere alla terribile prova dell'esecuzione pubblica, perché lui la vuole vicina: alla vigilia e fra le prime lacrime le confessa che lei soltanto ha dimostrato di volergli bene. Già legato al lettuccio per essere sottoposto ad iniezioni di sostanze chimiche secondo le norme in vigore per l'esecuzione, le ultime parole di Matthew sono una richiesta di perdono ai parenti presenti, la confessione della propria delittuosa complicità (ha ucciso, tuttavia, solo il ragazzo, violentando Hope) e la dichiarazione di affetto a quella suora che tende fino alla morte la propria mano verso di lui.

Valutazione Pastorale

Il film propone il problema della liceità della pena capitale; il duplice strazio dei parenti delle vittime, l'impegno tenace, ma anche la crisi di suor Helen; la personalità spavalda, ma anche fragile, fino al pentimento ed alle lacrime del condannato prima della morte. La pietà di suor Helen fa da valido e disperato contrappeso alla inevitabile impietosità dei particolari operativi. Tratto dal libro di Helen Prejean, e da una personale esperienza di tale religiosa, il film è una "vigilia di morte" che l'omicida e la sua assistente spirituale vivono insieme, tra mille ostacoli (l'approccio insolito; le reazioni altrui per altri orrendamente morti; l'impatto del massacro e del successivo adempimento di giustizia e le regole dettate da leggi e procedure). E' altrettanto doveroso rilevare la prestazione e l'affiatamento dei due interpreti: Susan Sarandon impegnata in un ruolo arduo, con sensibilità e smarrimenti, ma altresì con coraggio e bagliori di speranza; Sean Penn, da prima terrorizzato, poi passato attraverso il pentimento a quella Verità evangelica che lo farà libero. La lunga scena dell'esecuzione è, tuttavia, nella sua scansione realistica, assai gelida.

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