Orig.: Stati Uniti (2004) - Sogg. e scenegg.: Jordan Roberts - Fotogr.(Panoramica/a colori): Michael Grady - Mus.: David Baerwald - Montagg.: Francoise Bonnot - Dur.: 85' - Produz.: Ellen Leart, Julie Kirkman.
Interpreti e ruoli
Michael Caine (Henry Lair), Christopher Walken (Turner Lair), Josh Lucas (Jason Lair), Jonah Bobo (Zach Lair), Glenne Headley (Katrina), David Eigenberg (John), Gerry Bamman (Albert), Norbert Weisser (Walter)
Soggetto
Jason, impiegato di banca sui trenta anni, si occupa di Zach, il figlioletto di sei anni, e di suo nonno Henry, archeologo in pensione. Un giorno, dopo una lunghissima assenza, si presenta a casa Turner, figlio di Henry e padre di Jason. La sera, dopo aver festeggiato tutti insieme mangiando pollo fritto, Henry si accascia sul tavolo del fast food e muore. In realtà, prima di morire, Henry ha assegnato al figlio e al nipote il compito di spargere le sue ceneri lungo varie tappe di un percorso attraverso il Sud-Ovest americano con meta finale Albuquerque, sua città natale. Così Turner, Jason (e Zach) cominciano un viaggio per loro un po' misterioso, alla fine del quale si rivela il vero intento del vecchio Henry. Turner infatti, ormai in preda alla necessità di espiare, rivela al figlio di essere stato lui a gettarlo, in preda alla droga, dalla scala di casa, dopo aver ucciso la madre, e di avergli provocato il danno permanente alla gamba. Turner, che è uscito dal carcere ma è molto malato, dopo questa confessione muore a sua volta più serenamente. Jason porta il piccolo Zach sopra una roccia, vicino alla casa. Qui Zach improvvisa alcuni passi di danza.
Valutazione Pastorale
Affidato alla presenza di ben quattro generazioni, il rapporto padre/figlio é senza dubbio il tema centrale del racconto. Dopo quella che é, per così dire, la 'presentazione' dei personaggi e dopo l'uscita di scena del più anziano, la storia si cala nel genere "on the road", dichiarando così l'intenzione di gettare segnali precisi oltre il visibile della trama. Ogni padre, e ogni figlio, diventa il prototipo di un ben preciso momento sociale e civile della recente storia americana: Henry, archeologo un po' stralunato negli States del secondo dopoguerra; Turner, uno della rivoluzione dei figli dei fiori, dei raduni tra droga e amore libero, dell'illusione del tutto è facile sprofondata nel Vietnam; Jason, impiegato di banca e impegnato a ricucire il rapporto con la ex moglie e a crescere il figlioletto. Sul malandato furgone Wolksvagen si snoda dunque un viaggio di conoscenza, ma anche di catartico, di recupero della propria dignità da trasmettere a chi è venuto dopo. La morte da un lato e l'ingenuo ballo finale di Zac dall'altro descrivono il cerchio anche simbolico di un percorso dell'anima e della propria collocazione nella vita di tutti i giorni. C'è povertà, c'è la malinconia tipica di certo cinema americano dei primi anni '70, ma ci sono anche speranza e bontà in un film atipico che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, e senz'altro problematico. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in situazioni mirate in merito al tema del rapporto padri/figli.