Orig.: Italia/Francia/Grecia (1999) - Sogg.: Anna Di Francisca, Alberto Taraglio - Scenegg.: Bernardino Zapponi, Anna Di Francisca, Alberto Simone - Fotogr.(Panoramica/a colori): Giuseppe Schifani - Mus.: Charles Papasoff - Montagg.: Simona Paggi - Dur.: 90' - Produz.: Goodtime Enterprise (Italia), Mact Productions (Francia), Marieto Enterprise (Grecia).
Interpreti e ruoli
Giustino Durano (Antonio), Claudia Pandolfi (Laura), Claire Nadeau (Jezabele), Carla Signoris (Livia), Enrica Maria Modugno (Micaela), Fabrizio Gifuni (sig. Linder), Cinzia Mascoli (sig.ra Linder), Hosman Koné (Sangor), Mauro Pirovano (Psicologo)
Soggetto
Anziano magistrato da tempo in pensione, Antonio, dopo aver rifiutato di andare a vivere con la figlia, si ritrova in un insolito istituto dove gli ospiti, superato un intenso corso di aggiornamento ai costumi odierni, aspettano di essere adottati dalle famiglie che lo richiedono. Dopo alcuni esperimenti finiti male, Antonio trova alloggio presso la famiglia Linder e qui é chiamato a prendersi cura delle figlie, due gemelline, spesso lasciate sole dai genitori che si assentano per lavoro. Un'altra persona viene assunta in casa come colf: si tratta della giovane Laura che Antonio subito riconosce per una pregiudicata che aveva visto in tribunale. Diffidando di lei, la spia, la segue, la controlla, viene a sapere che ha un figlio adolescente. Laura una sera porta a casa Senghor, un ragazzo di colore con cui passa la notte. Rimproverata aspramente la mattina dopo, Laura decide di lasciare la casa. Rimasto solo, Antonio capisce che in realtà le si é affezionato. Allora si mette a cercarla, cominciando dalla casa dove abita il figlio: una serie di appartamenti dove vivono persone straniere di varia provenienza, quasi tutte di colore. Di fronte a situazioni inattese, Antonio dapprima si smarrisce, poi comincia sentirsi a suo agio, soprattutto grazie alla gentilezza di Jezebel, che si era fatta passare per la mamma della ragazza. Quando Laura arriva, lui le chiede di tornare a casa. Laura accetta. La sera, al rientro, Antonio trova una sorpresa: Laura e i suoi amici gli hanno preparatao una grande festa di compleanno. Nel mezzo dei festeggiamenti, arriva la polizia, arrivano i genitori. Laura è arrestata per furto, Antonio licenziato. Ma in tribunale l'esperienza del vecchio magistrato si fa valere. Sono di nuovo tutti insieme e due matrimoni si annunciano: tra Laura e Senghor, tra Antonio e Jezabel.
Valutazione Pastorale
Pur agganciandosi a motivi e situazioni di attualità, la commedia scorre su toni decisamente antirealistici, spinti sul versante del surreale con puntate nel grottesco. Si direbbe quasi trattarsi di una favola, un racconto onirico nel quale il vero si mescola volentieri col verosimile. Il problema sempre più urgente della collocazione degli anziani nella nostra società è visto sotto la lente deformante del passaggio dal disadattamento alla integrazione: si verifica la giustezza delle diffidenze da parte di Antonio ma si fa leva sulla sua disponibiltà a capire, comprendere, conoscere. Come ogni favola che si rispetti, lo svolgimento corre rapido verso un finale ottimista: l'incontro con altre culture é intorno a noi e, superate le incertezze, può riservare gradite sorprese. 'Fate un bel sorriso' e il futuro vi sorride. C'è qualche ingenuità ma nell'insieme il film ha accenti di piccola sincerità e una timida voglia di essere costruttivo, anche grazie alla convincente interpretazione di Giustino Durano nel ruolo di Antonio. Dal punto di vista pastorale, i motivi di fondo sono positivi, e il film può essere valutato come accettabile, e semplice. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come proposta di racconto italiano favolistico e un po' scanzonato sull'Italia di oggi.