Presentato al Sundance Film Festival nel 2021, il film ha ottenuto tre candidature (miglior film straniero, animazione, documentario) alla 94a edizione dei Premi Oscar (2022)
Soggetto
E' la storia vera del trentenne afghano Amin, partendo dalla sua infanzia trascorsa poco lontano da Kabul con i suoi genitori e fratelli. L’irruzione della guerra spinge Amin e i suoi cari a cercare rifugio anzitutto in Russia, dove il ragazzo sperimenta soprusi e violenze, per poi tentare disperati approdi in Europa fino all'ingresso come rifugiato in Danimarca...
Valutazione Pastorale
Un’animazione di potente attualità. È “Flee” (“Flugt”) del regista Jonas Poher Rasmussen, che vede come produttori esecutivi gli attori hollywoodiani Riz Ahmed (“Sound of Metal”) e Nikolaj Coster-Waldau (“Game of Thrones”). Il film corre agli Oscar 2022 in tre categorie importanti: animazione, documentario e film straniero (dove tra i rivali troviamo “È stata la mano di Dio” e “Drive My Car”). La forza narrativa di “Flee” è quella di essere un’opera che usa il linguaggio dell’animazione come filtro per accostarsi all’orrore della guerra e alla drammatica condizione dei profughi. Un modo per attutire i contorni della brutalità, del Male, attraverso le tonalità del colore e della poesia. La storia. Con una tecnica visiva che ricorda il bellissimo “Valzer con Bashir” (2008) di Ari Folman, “Flee” ci porta dunque a scoprire la vera storia del trentenne afghano Amin, partendo dalla sua infanzia trascorsa poco lontano da Kabul con i suoi genitori e fratelli. L’irruzione della guerra, che inizia a mutilare la sua famiglia (in primis scompare il padre), spinge Amin e i suoi cari a cercare rifugio anzitutto in Russia, realtà segnata dal crollo del comunismo, dove il ragazzo sperimenta soprusi e violenze, per poi tentare disperati approdi in Europa attraverso la Finlandia. Infine l’asilo politico, tutto solo, come rifugiato a Copenaghen, dove Amin è costretto a ripartire da zero, a cominciare dalla lingua. A questo si aggiunge la difficoltà di accettare la propria omosessualità, vissuta inizialmente come la doppia beffa di un destino avverso… “Flee” è un viaggio nel cuore dell’orrore, un percorso raccontato dallo sguardo innocente di un ragazzo attraverso le insidie della guerra, le rotte battute dai cercatori di speranza, dai profughi, costretti a mettersi nelle mani di spregiudicati commercianti di uomini. Tutta questa sofferenza, sempre mediata dall’animazione, vira però verso un orizzonte di speranza, di pacificazione con sé e la propria storia. “Flee” è un racconto potente e struggente, che attraverso la narrazione di una vicenda vera diventa testimone di quanto dolore e tribolazione ci siano in ciascun cercatore di futuro. “Flee” è consigliabile-complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è adatto per la programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito sui temi della guerra, delle emigrazioni ma anche del dialogo e inclusione. Per la complessità dei contenuti si consiglia la presenza di un adulto o educatore insieme agli adolescenti.