Orig.: Stati Uniti (2008) - Sogg.: tratto dal soggetto teatrale di Peter Morgan - Scenegg.: Peter Morgan - Fotogr.(Scope/a colori): Salvatore Totino - Mus.: Hans Zimmer - Montagg.: Mike Hill, Dan Hawley - Dur.: 122' - Produz.: Tim Bevan, Eric Fellner, Brian Grazer, Ron Howard.
Interpreti e ruoli
Frank Langella (Richard Nixon), Michael Sheen (David Frost), Kevin Bacon (Jack Brennan), Rebecca Hall (Caroline Cushing), Oliver Platt (Bob Zelnick), Sam Rockwell (James Reston jr.), Toby Jones (Irving Lazar), Matthew Macfayden (John Burt), Patty McCormack (Pat Nixon), Gabriel Jarret (Ken Khachigian), Andy Milder (Frank Gannon), Eve Curtis . (Sue Mengers)
Soggetto
Dopo molte incertezze, causate soprattutto dalla difficoltà di reperire gli introiti pubblicitari, il giornalista inglese David Frost dà il via, a partire dal marzo 1977, ad una intervista con Richard Nixon, dimessosi tre anni prima in seguito all'impeachment dalla carica di Presidente degli Stati Uniti. Concordata su quattro incontri di 90' l'uno, l'intervista comincia in modo rilassato e piacevole, tale da mettere molto a proprio agio l'ex Presidente. Ma dalla terza Frost, pressato dai suoi collaboratori, cambia registro, e comincia a fare domande dirette sullo scandalo Watergate. All'ultimo incontro, Nixon, messo alle strette da una serie di riscontri fatti sulle intercettazioni telefoniche, cade e ammette le proprie colpe. Tutte, e senza tacere più niente. L'obiettivo del'intervistatore può dirsi ottenuto. L'intervista va in onda e il popolo americano apprende finalmente la verità.
Valutazione Pastorale
I fatti, com'è noto, sono autentici. Richard Nixon è morto nel 1994, mentre David Frost ha oggi 77 anni e lavora per la versione inglese della TV araba Al Jazeera. Le quattro puntate furono trasmesse e cambiarono, per molti, il modo di fare giornalismo televisivo. La particolarità derivava anche dal fatto che David Frost, inglese che lavorava tra Londra e l'Australia, era conosciuto solo per alcuni talk-show di successo, tutt'altro che di taglio politico. Il recupero di quel materiale televisivo ha dato luogo ad un testo teatrale, scritto da Peter Morgan, che ha poi curato anche il copione per il grande schermo. Ma qui certo entra in ballo l'occhio acuto di Ron Howard, e a lui, alla sua regia solida, robusta, essenziale, senza fronzoli ma implacabile va il merito di aver diretto una storia accaduta oltre 30 anni fa ma resa viva, palpitante, attuale. Il tema della verità che deve guidare il rapporto tra le cariche pubbliche e i cittadini è riproposto in tutta la sua urgenza, e nell'umiliazione cui arriva Nixon ammettendo le colpe non c'è voglia di rivincita ma solo la constatazione di un passaggio inevitabile per dare ancora un senso alla parola democrazia. Senza ideologia né pregiudizi, il racconto si fa lucida pagina di impegno civile e sociale. Dal punto di vista pastorale, é da valutare come raccomandabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Interpretato in modo eccellente da Frank Langella nel ruolo di Nixon, il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da recuperare in molte occasioni, non ultima quella relativa alla necessità di usare il mezzo televisivo con trasparenza, intelligenza, capacità di essere al servizio di tutti.