GEBO E L’OMBRA

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti *
Tematica
Anziani, Avidità, Denaro, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Teatro
Genere
Drammatico
Regia
Manoel De Oliveira
Durata
95'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Francia, Portogallo
Titolo Originale
O Gebo e a Sombra
Distribuzione
Mediaplex
Musiche
Tiago Matos
Montaggio
Valérie Loiseleux

Orig.: Portogallo/Francia (2012) - Sogg. e scenegg.: Manoel de Oliveira dal testo teatrale omonimo di Raul Brandao - Fotogr.(Normale/a colori): Renato Berta - Mus.: Tiago Matos - Montagg.: Valérie Loiseleux - Dur.: 95' - Produz.: Martine de Clermont Tonnerre (Francia), Luis Urbano (Portogallo).

Interpreti e ruoli

Michel Lonsdale (Gebo), Claudia Cardinale (Doroteia), Jeanne Moreau (Candidinha), Leonor Silveira (Sofia), Ricardo Trepa (Joao), Luis Miguel Cintra (Chamico)

Soggetto

Nella propria casetta, dove vive con la moglie Doroteia e la nuora Sofia, Gebo, anziano ragioniere, è preoccupato: il figlio Joao non dà più notizie di se, e Gebo a tal proposito sembra conoscere qualcosa che non vuole rivelare. Nella casa arriva anche Candidinha, amica di famiglia, ma il ritorno improvviso di Joao scombussola la carte...

Valutazione Pastorale

Manoel de Oliveira, nato nel 1909, ricorda i motivi che lo hanno convinto a scegliere l'omonimo testo teatrale di Raul Brandao: "Un amico mi chiese perché non mi decidevo a fare un film sulla povertà. Gli risposi che lo avrei fatto solo se si fosse trattato di un documentario nel quale si potessero mostrare diversi casi di povertà. Mi sono allora ricordato dell'opera di Brandao, che parla di povertà e onestà(...)". Il testo tocca temi forti e spinosi collocati in un tempo antico ma del tutto rivolto a parlare dell'oggi. Il fatto è che, più che mai, de Oliveira fa aderire se stesso al proprio cinema: in una simbiosi che è tanto più schiacciata dal binocolo a rovescio del tempo storico quanto più è rinfrescata dall'inesauribile taglio giovane dell'immagine, dell'aria, delle atmosfere, del respiro del pensiero. In quell'ambiente ristretto circola una umanità tesa, addolorata, pronta a reagire, un piccolo/grande mondo dove etica, responsabilità, scelta guardano con coraggio la realtà. Il regista osserva come dall'esterno, smonta e ricostruisce lo spazio e qui i confini mobili, imprevedibili, disordinati sono il segno del "guardare", dello spaccare la barriera del tempo, di un cinema che nasce e cresce insieme al (non) invecchiare dell'autore. Una lezione di moralità secca, asciutta, pulita per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, meglio,in occasioni mirate, per avviare riflessioni sugli argomenti trattati, e sulla 'eterna' giovinezza filmica del regista portoghese.

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