HOTEL PAURA

Valutazione
Discutibile, Realistico, Dibattiti
Tematica
Famiglia, Lavoro
Genere
Drammatico
Regia
Renato De Maria
Durata
90'
Anno di uscita
1996
Nazionalità
Italia
Distribuzione
U.I.P.
Soggetto e Sceneggiatura
Claudio Lizza, Renato De Maria Sivia Colombini, Alberto Sandrini
Musiche
Avion Travel
Montaggio
Mirco Garrone

Sogg.: Sivia Colombini, Alberto Sandrini - Scenegg.: Claudio Lizza, Renato De Maria - Fotogr.: (panorami-ca/ a colori) Gianfilippo Corticelli - Mus.: Avion Travel - Montagg.: Mirco Garrone - Dur.: 90' - Coproduz.: Union P.N, Angel Film, Roma-Angel Films, Paris

Interpreti e ruoli

Sergio Castellitto (Carlo Ruggeri), Iaia Forte (Liliana), Isabella Ferrari (Lucia), Roberto De Francesco (Ernesto), Matteo Urzia (Paolo), Alessandra Vanzi (Cenerentola), Francesco Paolantoni, Alfonso Santagata, Victor Cavallo

Soggetto

Il quarantenne Carlo Ruggeri, direttore amministrativo di un'a-zienda a Milano, vive felice con la moglie Liliana e il piccolo Paolo. Sta trattando l'acquisto di un nuovo appartamento perché deve lasciare quello in cui si trova. Convocato dal proprietario dell'azienda, fusa con altra impresa, viene improvvisamente licenziato. Consigliato da un amico reagisce e minaccia un ricatto, ma non fa che aggravare la sua situazione. Anche la ban-ca che doveva finanziare l'acquisto del nuovo appartamento nega il fido a lui, ormai disoccupato: perde la caparra versata; viene sfrattato dal vecchio appartamento e deve sistemarsi alla meglio in un residence popolare del Comune. Mentre Carlo passa i giorni alla ricerca affannosa ed infruttuosa di un lavoro, inasprito dall'orgoglio e dal disagio per la penosa situazione in cui si ritrova la sua famiglia, Liliana, preoccupata anche per i disagi del pic-colo Paolo, d'accordo con il marito decide di trasferirsi per l'estate a Salerno presso i suoi genitori. Rimasto solo, Carlo perde anche il diritto all'alloggio comunale, non avendo più una famiglia a carico. Con i pochi risparmi rima-stigli si sistema in una pensione presso la stazione e passa le sue giornate tra telefonate per colloqui di lavoro, rimandati a fine estate, e telefonate ai suoi, cui tiene celata la sua situazione. Il doloroso vagabondare mette Carlo a con-tatto con il mondo di chi vive per la strada. Derubato di tutto viene aiutato da Ernesto, un giovane magazziniere, che lo ospita di notte nel retrobottega. Sempre più rare e brevi le telefonate alla famiglia: nella speranza di riuscire a risollevarsi Carlo tiene celato il suo stato di degrado. Poi, colto da una disperata nostalgia di rivedere i suoi, parte per Salerno: un incontro breve, affettuoso e poi il forzato rientro a Milano. Senza casa e lavoro, viste fallire o rifiutate per orgoglio le offerte di umili lavori, l'uomo si abbandona com-pletamente alla vita della strada; incontra Lucia e Cenerentola, due donne sbandate, che vivono in un tunnel sotterraneo, rifugio di gente di ogni razza, chiamato l'Hôtel Paura. Un incendio coglie nel sonno i rifugiati: mentre Cenerentola resta intrappolata tra le fiamme, Carlo e Lucia si salvano a sten-to e fuggono lungo il naviglio, chiusi nella loro angoscia. Esausti, forzano un alloggio disabitato e sciolgono in un lungo, intimo abbraccio, la loro dispera-zione. Al mattino seguente Carlo, lasciata Lucia, esce per vivere una nuova giornata.

Valutazione Pastorale

Opera prima cinematografica del regista Renato De Maria, il film affronta il tema della disoccupazione e i riflessi che ha sull'in-dividuo, sulla famiglia, sulla casa. Ma la storia personale di Carlo che non sa adattarsi ad un lavoro diverso e sceglie invece l'abbrutimento del "barbone" per sé e lo scompaginamento della sua famiglia suscita perplessità. Carente nell'analisi del personaggio, e pertanto poco credibile, la storia non convin-ce. Alla eccellente interpretazione offerta da Sergio Castellitto, da Isabella Ferrari e dagli altri attori nuoce una sceneggiatura che si limita ad affastella-re problemi e situazioni drammatiche senza offrire analisi o proporre alterna-tive. Il realismo di talune scene e il comportamento del personaggio Carlo fanno del film un'occasione di dibattito.

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