Interpreti e ruoli
Céline Dion (Céline Dion)
Soggetto
Céline Dion nel 2021 cancella il suo show a Las Vegas. All’inizio non rivela le ragioni. L’anno successivo rende pubblica la notizia della sua malattia, la Sindrome della persona rigida, che la espone a crisi fisiche e a una riduzione delle possibilità vocali. Non riesce più a cantare…
Valutazione Pastorale
Canadese classe 1968, la diva della musica Céline Dion ha iniziato a calcare il palco da giovanissima. Una carriera folgorante che l’ha portata a incidere 27 album e a vendere oltre 250 milioni di dischi, incoronata dai principali riconoscimenti del settore: cinque Grammy Award, dodici World Music Award e un Premio Oscar per il brano “My Heart Will Go On” dal film “Titanic” (1998) di James Cameron. La sua straordinaria carriera è stata raccontata – liberamente, in chiave romanzata – nel film “Aline. La voce dell’amore” (2021) di e con Valérie Lemercier e di recente è stata omaggiata anche nella rom-com hollywoodiana “Love Again” (2023) di James C. Strouse. Dal 25 giugno su Prime Video arriva il documentario “I Am: Céline Dion”, in cui l’artista si racconta in prima persona, svelando lampi del suo passato, tra famiglia e carriera, ma soprattutto squadernando il suo doloroso presente: convive infatti dal 2021 con una malattia neurologica rara, la Sindrome della persona rigida, che le aggredisce muscoli, fisico e voce. La storia. Céline Dion nel 2021 cancella il suo show a Las Vegas. All’inizio non rivela le ragioni. L’anno successivo rende pubblica la notizia della sua malattia, la Sindrome della persona rigida, che la espone a crisi fisiche e a una riduzione delle possibilità vocali. Non riesce più a cantare… È un documentario verità, una confessione pubblica tesa alla condivisione del difficile cammino che la diva della musica Céline Dion sta affrontando. Parliamo di “I Am: Céline Dion” firmato Irene Taylor. Sulle prime il doc ricorda molto “Still: la storia di Michael J. Fox” (2023) di Davis Guggenheim dedicato alla star prodigio della Hollywood anni ’80-’90, che ha messo in racconto la sua battaglia con il Parkinson precoce. Il racconto che la Taylor fa di Céline Dion è ben costruito, con una linea di semplicità e naturalezza. L’impianto narrativo si concentra sul presente, sugli anni 2021-2024, con la deflagrazione della malattia neurologica e lo choc della convivenza per l’artista, non solo per i dolori fisici ma soprattutto per l’impossibilità (o quasi) di cantare. La Dion mostra il suo quotidiano fatto di famiglia, il rapporto con i figli, le sessioni di cure mediche e al contempo si lascia andare al flusso di ricordi richiamando gli esordi, l’ascesa nell’olimpo della musica mondiale, l’amore con il suo manager René Angélil e le esibizioni “on stage” che l’hanno resa famosa, comprese alcune irresistibili incursioni con i comici Jimmy Fallon e James Corden. Il documentario ha uno svolgimento intenso, coinvolgente, giocato su note dolenti ma anche di luminosa fiducia. L’artista mostra con onestà le sue fragilità, il suo tormento fisico e interiore, ma rivela anche grande tenacia e resilienza, desiderio di tornare in scena, presto o tardi. E le sue parole “I Won’t Stop”, “Non mi fermerò, non mi arrenderò”, lasciano il segno con commozione. Film da non perdere, per gli amanti della musica ma non solo. Consigliabile, problematico.