Sogg. e Scenegg.: Steve Kloves - Fotogr.: (normale/a colori) Michael Ballhaus - Mus.: Dave Grusin - Montagg.: William Steinkamp - Dur.: 119' - Produz.: Giaden Entretainment
Interpreti e ruoli
Jeff Bridges (Jack Baker), Michelle Pfeiffer (Susie Diamond), Beau Bridges (Frank Baker), Ellie Raab (Nina), Xander Berkeley (Lloyd), Dakin Matthews (Charlie), Ken Ierner (Ray), Albert Hall (Henry)
Soggetto
da quindici anni i fratelli Frank e Jack Baker formano un affiatato "duo" di pianisti specializzatisi in musica jazz, per allietare con suadenti motivi i frequentatori del night di Seattle. Frank ha moglie e figli ma, dato il lavoro e qualche tournée, non sta quasi mai con loro; Jack è più introverso, più artista, vive solo in una misera abitazione, dà qualche lezione alla bimbetta di una vicina e adora il suo vecchio cane malandato. Poiché il repertorio è diventato frusto, i due pensano di rinfrescarlo e di arricchirlo con una voce di donna. Dopo audizioni scoraggianti, si presenta Susie Diamond: volgaruccia, appariscente e di una sensuale vocalità. Il "duo" diventato "trio" ha molto successo, ma Frank teme, per segni inequivocabili, che l'attrazione stabilitasi fra Susie e il fratello finisca con il compromettere il sodalizio: per le ripicche e baruffe tra i due, oltre che per una certa gelosia professionale dello stesso Frank che deve pensare al lavoro e a mantenere i suoi cari i fratelli si separano dopo una furibonda lite, appena Susie ha deciso di allontanarsi e far carriera per conto suo, legando le canzoni a spot commerciali. Poi i Baker tornati insieme, suonano ormai stancamente, dopo una parentesi che aveva arrecato successo e quattrini, mentre Susie si ridurrà a commentare con la bellissima voce ortaggi e prodotti in scatola.
Valutazione Pastorale
le cose valide e belle del film sono: l'interpretazione data ai pianisti dai due fratelli (vedi il caso) Jack e Beau Bridges, ottimi attori (specie quest'ultimo che ci offre un Frank pratico, ammiratore del più forte talento dell'altro, ma anche possessivo) e quella di Michelle Pfeiffer, più intelligente e affascinante che mai, e poi la musica. La musica significa un supporto sonoro che è un assemblaggio di canzoni, in grandissima parte celebri, una più bella e toccante dell'altra. Quanto alla storia, in altre mani avrebbe probabilmente reso di più. La regìa è assai lenta, il finale estenuante. La vicenda dei tre che finiscono con l'essere in fondo poco più che dei relitti, galleggianti sulle acque infide e umilianti dei ripieghi negli acquitrini dell'arte, non ha il mordente che era augurabile e possibile. Non affiorano vere sofferenze di amore e ci sono forse fin troppe baruffe e ingiurie plateali, che non bastano certo a propiziare una atmosfeera autenticamente drammatica.