Orig.: Francia (1998) - Sogg. e scenegg.: Christiane Clavier, Jean-Marie Poirè - Fotogr.(Scope/a colori): Christophe Beaucarne - Mus.: Eric Levy - Montagg.: Jean-Marie Poirè - Dur.: 119' - Produz.: Alain Terzian.
Interpreti e ruoli
Jean Reno (Goffredo di Montmiral), Christiane Clavier (Jeancoion), Marie Guillard (Philippine), Sylvie Joly (Giselle), Muriel Robin, Marie-Anne Chazel, Jacques François
Soggetto
Il matrimonio fra il nobile Goffredo de Montemirail e la bella erede della casata Frenegonde é ormai imminente. Solo all'ultimo momento si scopre che i gioielli della famiglia del cavaliere sono scomparsi: c'è tra questi la preziosissima reliquia che da sempre assicura fertilità e prosperità alla famiglia. Dopo i primi momenti di panico, si capisce che i gioielli sono stati dimenticati nel XX secolo durante il precedente viaggio spazio-tempo effettuato da Goffredo. Questi dunque si vede costretto a ripercorrere il viaggio dal Medioevo alla fine del 1900. Giunto in Francia, ritrova alcune persone già conosciute la volta precedente e apprende che la reliquia più importante é finita nelle mani di Jacquoille, proprietario di un castello adattato ad hotel e discendente di Jeancoion, scudiero di Goffredo. La ricerca del prezioso oggetto dà il via ad una girandola di situazioni via via rese più complicate dagli equivoci, i dubbi, gli scambi di persone che si infittiscono e provocano grandi disastri. Goffredo e il suo scudiero devono rimettere la reliquia al posto giusto per chiudere i canali del tempo. Dopo essere stati arrestati, liberati e aver partecipato al matrimonio di Philippine, figlia del discendente di Goffredo, i due ritrovano la reliquia, bevono una pozione e spariscono, convinti di tornare a casa. Ma quando si risvegliano sono nel 1789, e intorno a loro c'è la rivoluzione.
Valutazione Pastorale
Succede spesso con i numeri "2": personaggi e storia non sono più una novità, e quindi ci vorrebbe grande efficacia di scrittura e di dialoghi. Certo all'interno di quasi due ore di racconto i momenti simpatici non mancano, con qualche gag azzeccata e alcune caratterizzazioni indovinate. Ma nell' insieme l'umorismo tipicamente francese, alla Luis De Funes, mostra a lungo andare la corda di troppe forzature, ripetizioni, passaggi a vuoto. Se é ben risolto sotto il profilo tecnico (ricostruzione ambientale), il film rimane invischiato in una comicità stereotipata e bloccata, con qualche insistita caduta di gusto. Si ride poco, quindi, anche perchè l'idea centrale degli equivoci causati dall'incontro tra epoche diverse risulta fin troppo allungata e monotona. Dal punto di vista pastorale, il film, dai toni farseschi, é da collocare nella valutazione del futile, con la precisazione di un taglio sostanzialmente semplicistico.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, purché si tengano presenti i limiti di tenuta e di qualità sopra elencati.