IL CASTELLO

Valutazione
Accettabile, realistico
Tematica
Amicizia, Carcere
Genere
Drammatico
Regia
Rod Lurie
Durata
130'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The last castle
Distribuzione
United International Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Graham Jost, David Scarpa David Scarpa
Musiche
Jerry Goldsmith
Montaggio
Michael Jablow, Kevin Stitt

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg.: David Scarpa - Scenegg.: Graham Jost, David Scarpa - Fotogr.(Scope/a colori): Shelly Johnson - Mus.: Jerry Goldsmith - Montagg.: Michael Jablow, Kevin Stitt - Dur.: 130' - Produz.: Robert Lawrence.

Interpreti e ruoli

Robert Redford (generale Irwin), James Gandolfini (colonnello Winter), Mark Ruffalo (Yates), Delroy Lindo (generale Wheeler), Clifton Collins jr. (Aguilar), Steve Burton (capitano Peretz), Brian Goodman (Beaupre), Paul Calderon (Dellwo), Frank Military (Doc), Michael Irby . (Enriquez)

Soggetto

Pur avendo alle spalle una gloriosa carriera e molte decorazioni, il generale Irwin é sotto accusa per non aver eseguito gli ordini, causando così la morte di otto soldati. Processato e riconosciuto colpevole, viene degradato e condannato a scontare la pena in un carcere militare di massima sicurezza. Il direttore dell'istituto, il rigido colonnello Winter, all'inizio tratta il detenuto, più alto in grado, con il dovuto rispetto. In seguito, di fronte ai continui scontri con lui sui metodi usati nella conduzione del carcere, passa ad un altro atteggiamento, prima di rancore poi di ostilità. Umiliando Irwin in ogni occasione, Winter ottiene però l'effetto opposto, ossia scatenare la reazione degli altri detenuti che si schierano a fianco del generale nell'obiettivo di impadronirsi della prigione e destituire lo stesso Winter.

Valutazione Pastorale

Si tratta di un dramma di ambientazione carceraria, costruito con senso di misura e realismo all'interno del genere militaresco. Irwin è l'ufficiale consapevole di aver commesso un errore, pronto a pagare e tuttavia munito di forte capacità di comprensione e di altruismo. Di fronte a lui Winter, spietato burocrate, prototipo del militare chiuso, frustrato, invidioso. Due protagonisti in primo piano,e intorno un gruppo di figure che costruiscono bene il microcosmo del carcere militare, tra ingenui, appprofittatori, opportunisti, vittime designate. Il racconto non offre sostanzialmente spunti nuovi ma si tiene su un livello medio di dignità e coerenza, capace di coinvolgere con una buona tenuta drammatica. Dal punto di vista pastorale, il film, che denuncia gli eccessi e i rischi di un modo distorto di usare il potere della divisa, é da valutare come accettabile, e nell'insieme realistico. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre come spettacolo ben fatto e facile da seguire.

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