IL CONSIGLIO D’EGITTO

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti**
Tematica
Letteratura, Politica-Società, Potere, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Emidio Greco
Durata
135'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Francia, Italia, Ungheria
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Key Films
Soggetto e Sceneggiatura
Emidio Greco, Lorenzo Greco tratto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia
Musiche
Luis Bacalov
Montaggio
Bruno Sarandrea

Orig.: Italia/Francia/Ungheria (2001) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia - Scenegg.: Emidio Greco, Lorenzo Greco - Fotogr.(Panoramica/a colori): Marco Sperduti - Mus.: Luis Bacalov - Montagg.: Bruno Sarandrea - Dur.: 135' - Produz.: Mariella Li Sacchi, Amedeo Letizia.

Interpreti e ruoli

Silvio Orlando (abate Vella), Tommaso Ragno (avvocato Di Blasi), Renato Carpentieri (mons.Airoldi), Marine Delterme (contessa di Regalpetra), Antonio Catania (Saverio Zarbo), Leopoldo Trieste (padre Salvatore), Yanne Collette (giudice Grassellini), Enzo Vetrano (abate Meli), Giancarlo Giannini (voce narrante)

Soggetto

Palermo, 1782. I secolari privilegi della nobiltà avvertono la presenza, più o meno lontana, di avversari minacciosi: la famiglia reale, gli ideali illuministi, gli echi della rivoluzione francese con il grande lavoro della ghigliottina. Arrivato in città, Vella, modesto abate francescano, individua la possibilità di inserirsi nel gran gioco della vita nobiliare. Dichiarandosi studioso e conoscitore della lingua araba, Vella riceve l'incarico di tradurre una "Vita di Maometto", di scarso valore letterario ma che lui fa diventare "Il Consiglio di Sicilia", e rivela contenere i precedenti delle più antiche famiglie dell'isola. Ringraziato, retribuito e sopratutto protetto, Vella è conteso da altri prelati e nobili, e così decide di annunciare la scoperta di un altro codice, ben più importante, da lui denominato "Il Consiglio d'Egitto" e riguardante l'amministrazione normanna della Sicilia. A questo punto si diffonde un cero timore per possibili rivelazioni poco opportune, e così Vella é più che mai lusingato e blandito con omaggi e regali di ogni tipo. Tutto va avanti, fino a quando l'avvocato Di Blasi, deciso ad eliminare l'ordine feudale a favore della Repubblica, non viene scoperto e condannato a morte. Allora Vella, disgustato, decide a sua volta di smascherare la propria truffa e si autodenuncia. Viene incarcerato in attesa di giudizio. Ma in seguito, per non compromettere i nomi di chi lo aveva sostenuto, viene liberato. Di Biasi, al contrario, sale sul patibolo.

Valutazione Pastorale

Il rapporto tra la narrativa di Leonardo Sciascia e il cinema italiano ha dato luogo a molti titoli ancora oggi di valore e di attualità. Ricordiamo: "A ciascuno il suo" di Elio Petri, "Il giorno della civetta" di Damiano Damiani, "Cadaveri eccellenti" di Francesco Rosi, "Porte aperte" di Gianni Amelio. Anche Emidio Greco si era già rivolto allo scrittore siciliano nel 1992 per "Una storia semplice". Qui Sciascia ambienta la vicenda nel passato, un una Sicilia carica di storia e di cultura. Da siciliano ma anche da uomo abituato a cercare di usare la ragione per spiegare il corso della Storia, Sciascia é ben consapevole di non poter interpretare più di tanto con i toni razionali: ed ecco allora il thriller, il giallo, il colpevole da scoprire, ma anche il 'mistero'. Nelle pieghe del 'giallo', come in quelle della storia, le identità si annebbiano e si confondono, l'intelligenza si fa beffa dell'aridità mentale, ma il gioco non può durare più di tanto. Un illuminista, Sciascia, che il romanzo e il film restituiscono in pieno con dignità e coerenza. E' merito dello scrittore (che certo ha avuto anche atteggiamenti più estremi) e del regista metter in luce difetti, anche della Chiesa di quel tempo, senza farne oggetto di facile dileggio. In realtà, e in ul,tima analisi, il vero tema del film è quello del rapporto tra verità e menzogna: tema alto, bello e ben studiato sullo sfondo delle profonde contraddizioni di una sicilianità suggestiva, arcaica, enigmatica. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, problematico e adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in molte occasioni sui temi sopra ricordati, ma anche nell'ampio capitolo dei rapporti tra Leonardo Sciascia e il cinema.

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