Sogg.: Youssef Chahine - Scenegg.: Youssef Chahine, Khaled Youssef - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Mohsen Nasr - Mus.: Kamal El Tawil, Yohia El Mougy - Montagg.: Rachida Abdel Salam - Dur.: 135' - Produz.:Humbert Balsan, Gabriel Khouri
Interpreti e ruoli
Nour El Chèrif (Avverroè), Laila Eloui (la zingara), Mahmoud Hémeida (Califfo Al Mansour), Safia El Emary (la moglie di Averroè), Kha- led El Nabaoui (il principe ereditario), Sele Abdel Rahman (il fratello del califfo), Ahmed Fouad Selim (lo sceicco Riad), Mohamed Mounir, Abdallah Mahmoud, Magdi Idris, Ahmed Moukhtar, Cherifa Maher, Fayek Azzab, Hani Salama
Soggetto
Territorio della Linguadoca, 12° secolo. Un filosofo viene bruciato sul rogo, accusato di eresia. A Cordova, nella Spagna musulmana, nello stesso periodo, il califfo Al Mansour, per soddisfare le richieste dei gruppi di fondamentalisti, ordina che tutti i lavori del filosofo Averroè vengano dati alle fiamme. I discepoli di Averroè, insieme ai suoi familiari, decidono allora di copiare i manoscritti per portarli in salvo fuori dal paese. Il califfo Al Mansour ha due figli: uno si fa convincere e va con i fondamentalisti, l'altro, più tenace, resiste, ritrova infine il fratello e lo schiaffeggia adirato. A corte, Averroè e il califfo hanno forti scontri, e Averroè è tentato di bruciare in proprio i libri scritti. Nasser, il principe ereditario, si sposa con Salma e parte. Il califfo ordina il divieto di insegnamento ad Averroè e si prepara allo scontro con lo sceicco Riad, suo rivale. Con lo sceicco c'è il figlio più piccolo che potrebbe uccidere il padre ma al momento decisivo ritorna in sé e rinsavisce. Una certa tranquillità sembra tornare a corte, e il califfo decide di riabilitare Averroè. I soldati corrono ad avvertirlo prima di partire per la battaglia. Averroè ringrazia e getta l'ultimo suo libro sul rogo. "Il pensiero ha le ali, nessuno può arrestarne il volo".
Valutazione Pastorale
Youssef Chaine è egiziano, ha 72 anni, ha girato nel 1949 il primo dei suoi 33 titoli ma solo con questo arriva ad una fama più ampia. "Il destino" rappresenta la seconda tappa di un progetto iniziato nel 1994 con il film "L'emigrato", storia ispirata al racconto biblico su Giuseppe, figlio di Giacobbe. Qui invece si racconta una parte della vita di Averroè, filosofo arabo vissuto nella Spagna medievale, e, dietro l'affresco storico ricostruito con dinamica esattezza e animato da canti e balli, il regista vuole parlare all'uomo e alla donna di oggi. Senza retorica né cali di tensione, il film attualizza i concetti del potere, della libertà di pensiero, dell'integralismo religioso, mettendo a nudo le colpe di chi ancora oggi si affida ad armi e violenza in nome di improbabili ideali pacifisti. Il film, animato da una inesausta voglia di dialogo e di confronto aperto di idee, si offre come strumento ideale per impostare su basi di vero rispetto una convivenza multietnica e pluriculturale. Dal punto di vista pastorale, un film molto positivo, elogio della sapienza, della cultura, dell'amore e condanna dell'oltranzismo e del fanatismo. Film complesso ma di grande sincerità, da raccomandare, soprattutto per riflessioni e dibattiti.
Utilizzazione: il film è insolito sul piano narrativo e certo può risultare di difficile impatto per una programmazione ordinaria. In ambiti più ristretti, con opportuna presentazione e strumenti di supporto, è un film da vedere come luogo di conoscenza, terreno di scambio reciproco, testimone che va in giro, pone domande, interpella le coscienze.