IL DIVO

Valutazione
Discutibile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Politica-Società, Potere, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Paolo Sorrentino
Durata
110'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Francia, Italia
Titolo Originale
Il divo
Distribuzione
Lucky Red Distribuzione
Musiche
Teho Teardo
Montaggio
Cristiano Travaglioli

Orig.: Italia/Francia (2008) - Sogg. e scenegg.: Paolo Sorrentino - Fotogr.(Scope/a colori): Luca Bigazzi - Mus.: Teho Teardo - Montagg.: Cristiano Travaglioli -Dur.: 110' - Produz.: Francesca Cima, Nicola Giuliano, Andrea Occhipinti, Arturo Paglia, Isabella Cucuzza.

Interpreti e ruoli

Toni Servillo (Giulio Andreotti), Anna Bonaiuto (Livia Andreotti), Piera Degli Esposti (sig.ra Enea), Flavio Bucci (Franco Evangelisti), Carlo Buccirosso (Paolo Cirino Pomicino), Massimo Popolizio (Vittorio Sbardella), Aldo Ralli (Giuseppe Ciarrapico), Giorgio Colangeli (Salvo Lima), Paolo Graziosi (Aldo Moro), Giulio Bosetti (Eugenio Scalfari), Alberto Cracco (don Mario), Lorenzo Gioielli (Mino Pecorelli), Gianfelice Imparato (Vincenzo Scotti), Giovanni Vettorazzo. (Scarpinato), Fanny Ardant

Soggetto

Giulio Andreotti, presente nel Parlamento italiano dal 1948. Si parla di lui in particolare dal varo (e rapida fine) del suo settimo governo nell'aprile 1992 alla mancata elezione a capo dello Stato, all'eplodere di tangentopoli, al processo di Palermo, dove fu rinviato a giudizio per associazione mafiosa. Nei titoli di coda si ricorda il verdetto di assoluzione che concluse quella lunga fase processuale.

Valutazione Pastorale

Ci si chiede, arrivati alla fine, quale motivazione abbia spinto il regista ad occuparsi di una persona, tuttora vivente (insieme ad altri che vengono rappresentati), della quale é già stato detto tutto e il suo contrario. La scelta di stile più evidente é quella della costruzione di un universo del 'potere' che richiede fermezza, equilibrio, capacità reattive, forte tensione interiore per essere mantenuto saldo e costante. A ciò riconducono atteggiamenti, gestualità, ambienti bui, rapporti familiari, colori marcati, luci soffuse, camminate notturne. La metafora del potere é quella della solitudine, del nemico da tenere a distanza, del rimorso da sopportare. Il copione funzione nel disegnare un mosaico di stravolta e impossibile convivenza tra coscienza individuale, responsabilità collettiva, scelte tra bene e male. Accumula però troppo materiale, confonde denuncia con caricatura, rilettura storica con ideologia, togliendo respiro al dramma. Così il ritratto del 'Divo' resta incerto e come sospeso nel vuoto. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, certo problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in altre occasioni per avviare riflessioni sulla figura principale e sulla storia d'Italia che lo ha visto protagonista. Qualche attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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