Orig.: Portogallo (2000) - Sogg. e scenegg.: Joao Pedro Rodrigues, José Neves, Paulo Rebelo, Alexandre Melo - Fotogr.(Panoramica/a colori): Rui Poças - Mus.: - Montagg.: Paulo Rebelo, Joao Pedro Rodrigues - Dur.: 90' - Produz.: Rosa Filmes - VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
Interpreti e ruoli
Ricardo Meneses (Sérgio), Beatriz Torcato (Fatima), André Barbosa (Joao), Eurico Vieira . (Virgilio)
Soggetto
Il giovane Sergio lavora alla raccolta della spazzatura durante le ore notturne nella zona nord di Lisbona. Sergio è solo e privo di interessi. Trascorre i giorni tra una stanza in affitto in una pensione a basso costo e incontri di sesso anonimo con altri uomini nei bagni pubblici. Parla solo con Lord, il cane da guardia del deposito della nettezza urbana. Con altri litiga: con Fatima, una collega di lavoro che vorrebbe instaurare un rapporto con lui; con un poliziotto che sorveglia e poi si lascia andare alle lusinghe sessuali; con il caposquadra e i suoi ambigui desideri. In preda ad un desiderio insaziabile, Sergio una notte incontra il fantasma dei suoi sogni e si risveglia ossessionato dall'amore. Lo spia, lo segue, rovista nella sua spazzatura, entra nella sua casa, azzarda sempre di più, sapendo di poter essere sconfitto. Rischiando troppo, Sergio viene preso e ammanettato. Nella fuga, desidera la vendetta. Allora indossa un vestito di gomma nera con la maschera, e va nelle discariche. Si rifugia nei rifiuti, ed é la sua ultima dimora.
Valutazione Pastorale
Dichiarazione del regista, nato a Lisbona nel 1966 e qui alla sua opera prima: " 'Il fantasma' non é un film sugli uomini della spazzatura. Essi non rappresentano che un legame con il reale da cui partire per la finzione. Una finzione sulla brutalità del desiderio e sull'impotenza di fronte al rifiuto". Siamo quindi alle solite: frasi che dicono tutto e allo stesso tempo niente fanno da supporto ad un storia fatta solo di deliranti sequenze omosessuali proposte con toni voyeuristici, esibizionistici, inesorabilmente noiosi. E' irritante la pretesa di dare toni esistenziali, e magari filosofici, ad un racconto involuto, chiuso su stesso,povero anche sul piano strettamente narrativo. Lascia perplessi la rappresentazione di un mondo come quello del protagonista in preda al buio, della mente e dell'animo; un mondo dove è calata una notte senza speranza di luce, dove l'uomo, ridotto a stato animalesco, decide non di risalire ma di andare sempre più giù. Inserito in concorso nel cartellone di Venezia 2000, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inaccettabile, e complessivamente malsano.
UTILIZZAZIONE: da escludere sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze.