
Interpreti e ruoli
Ernesto Lopez Maturell (Tamino), Violetta Zironi (Pamina), Petra Magoni (Regina della Notte), Fabrizio Bentivoglio (Sarastro)
Soggetto
Nei giardini di Piazza Vittorio, a Roma, animati per magia durante la notte, viene messa in scena l’opera di Mozart “Il flauto magico”, secondo un adattamento che parte dal passato ma guarda al presente…
Valutazione Pastorale
“Il flauto magico” di Mozart è opera certamente complessa e di non facile lettura, anche se in grado di coinvolgere e catturare l’attenzione dello spettatore. E tuttavia è caratteristica della grandi creazioni quella di poter ‘sopportare’ cambiamenti, mutamenti, variazioni e di non rinunciare a niente della propria originalità e slancio innovativo. L’operazione messa in atto dai registi Tronco e Cabiddu va proprio nella direzione di adottare una contaminazione ad ampio raggio (linguistica, musicale, gestuale) senza tradire la genuina ispirazione dell’autore. Vediamo l’opera interpretata in 8 lingue da musicisti/attori facenti parte della multietnica orchestra di Piazza Vittorio, già messasi in evidenza negli anni passati con analoghe operazioni. Certo qui il testo mozartiano è molto sfrondato, asciutto, e tuttavia riesce a non perdere niente della bellezza originaria. Grazie alla regia, ad un gioco sapiente di luci/ombre, ad una spumeggiante alternanza di spazi e luoghi, la musica finisce per tornare in primo piano e per restarci, grazie anche alle generosa disponibilità degli interpreti, in primo luogo Petra Magoni (Regina della notte), Fabrizio Bentivoglio (Sorastro), Violetta Zironi (Pamina), Ernesto Lopez Maturell (Tamino). Una eccellente prova dunque che non ignora le problematiche della modernità ma non ne fa un obbligo insuperabile. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in altre occasioni come esempio di un cinema insieme colto e popolare, in grado di veicolare operazioni forti di metalinguaggio.