IL GATTO

Valutazione
Accettabile, semplice*
Tematica
Animali, Bambini, Famiglia - fratelli sorelle, Film per ragazzi
Genere
Commedia
Regia
Bo Welch
Durata
85'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The cat in the hat
Distribuzione
United International Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Alec Berg, David Mandel, Jeff Schaffer basato sul libro "The cat in the hat" scritto da Dr. Seuss
Musiche
David Newman
Montaggio
Don Zimmerman

Orig.: Stati Uniti (2003) - Sogg.: basato sul libro "The cat in the hat" scritto da Dr. Seuss - Scenegg.: Alec Berg, David Mandel, Jeff Schaffer - Fotogr.(Normale/a colori): Emmanuel Lubezki - Mus.: David Newman - Montagg.: Don Zimmerman - Dur.: 85' - Produz.: Brian Grazer.

Interpreti e ruoli

Mike Myers (il gatto), Kelly Preston (Joan), Alec Baldwin (Lawrence), Dakota Fanning (Sally), Spencer Breslin (Conrad), Sean Hayes (Humberfloob), Amy Hill Candace Dean Brown (sig.ra Kwan), Danielle Ryan Chuchran/Taylor Rice (segretaria), Brittany Oaks/Talia Prairie . (Coso 1), (Coso 2)

Soggetto

La giornata di Joan Walden è piuttosto faticosa. Da mamma single, deve organizzare la giornata di Sally e Conrad, i due figli piccoli, quindi recarsi sul posto di lavoro (un'agenzia immobiliare con un titolare dispotico e maniaco della pulizia), infine fronteggiare le avances di Lawrence, un vicino di casa spiantato e fasullo che vorrebbe sposarla per sistemarsi. La tensione in casa è alta e, al momento di uscire, Joan scambia parole cattive con i figli, li lascia in punizione, affidandoli ad una baby sitter e pregandoli di non rovinare almeno il salotto. Dopo un po' comincia a piovere, la 'sorvegliante' si addormenta, i bambini si annoiano...quando alle loro spalle appare all'improvviso un gatto parlante altissimo con un cappello a strisce rosse e bianche e un papillon rosso. Dopo i primi attimi di sorpresa e di paura, i bambini accolgono l'invito del gatto a inventare qualche gioco, e anzi firmano con lui un contratto relativo al tempo da passare insieme. Il gatto da quel momento non si limita a tirare fuori strani oggetti dal cappello, ma canta, balla, inventa spettacoli musicali, fa apparire altri strani personaggi, conduce i due attraverso una lunga serie di imprevedibili avventure. Coinvolti e responsabilizzati, Sally e Conrad pensano al rientro della mamma, mentre la casa va sottosopra e il salotto diventa terra di conquista. Infine, quando Conrad è riuscito a chiudere la cassa dalla quale uscivano nuove, curiose creature, la calma sembra poter ritornare. Intanto Sally ha capito di dover essere meno acida e Conrad più gentile con gli altri. Quando Joan apre la porta, i figli ora sono tra loro amicissimi, la casa è tutta in ordine, il bieco Lawrence è stato allontanato, e tutto è pronto per il ricevimento serale organizzato dalla mamma. Ora il gatto può tornare da dove è venuto e recarsi da qualche altro bambino cattivo.

Valutazione Pastorale

Tratto ancora una volta da un libro del Dr. Seuss, il racconto recupera le modalità già viste nel recente "Il Grinch": una città improbabile dai colori pastello, alcuni personaggi 'umani' in difficoltà, l'arrivo di un 'essere' non meglio identificato che prima sconvolge, poi attira la curiosità, si fa ben volere, va via quando i problemi precedenti si sono appianati e la felicità è riconquistata. Una favola, dunque: che comincia e finisce gradevolmente in versi (un'armonia sempre più rara) e, durante il breve svolgimento, si lascia andare ad una serie di funambolismi a briglia sciolta che altro non sono se non le proiezioni del nostro immaginario, timoroso di pensare troppo nell'irrealtà. Favola sul recupero dell'armonia familiare, sulla necessità di entrare in sintonia con gli altri, sull'opportunità di accogliere chi sembra estraneo e di respingere i falsi opportunisti. Buoni sentimenti, certo, diluiti comunque con leggerezza, senza pedanteria nè stucchevoli moralismi. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile e senz'altro semplice. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria come spettacolo per ragazzi (Mike Myers non rinuncia a qualche sgradevolezza tipica della sua gestualità), da recuperare anche in occasioni successive, come proposta di passatempo di buon livello spettacolare.

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