IL LADRO DI ORCHIDEE

Valutazione
Accettabile, Complesso, dibattiti
Tematica
Cinema nel cinema, Ecologia, Letteratura, Metafore del nostro tempo, Psicologia
Genere
Metafora
Regia
Spike Jonze
Durata
114'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Adaptation
Distribuzione
Columbia Tristar Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Charlie e Donald Kaufman tratto dal libro "The orchid thief" di Susan Orlean
Musiche
Carter Burwell
Montaggio
Eric Zumbrunnen

Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg.: tratto dal libro "The orchid thief" di Susan Orlean - Scenegg.: Charlie e Donald Kaufman - Fotogr.(Normale/a colori): Lance Acord - Mus.: Carter Burwell - Montagg.: Eric Zumbrunnen - Dur.: 114' - Produz.: Edward Saxon, Vincent Landay, Jonathan Demme.

Interpreti e ruoli

Nicolas Cage (Charlie Kaufman/Donald Kaufman), Meryl Streep (Susan Orlean), Chris Cooper (John Laroche), Tilda Swinton (Valerie Thomas), Brian Cox (Robert McKee), Cara Seymour (Amelia), Judy Greer . (Alice), Maggie Gyllenhaal (Caroline)

Soggetto

Charlie Kaufman, sceneggiatore di successo, é in crisi: non trova la formula giusta per adattare per lo schermo il romanzo "Il ladro di orchidee" scritto da Susan Orlean ed incentrato su uno strano botanico della Florida appassionato di orchidee al punto di rubarne alcune specie rare e protette. John Laroche, così si chiama lo pseudobotanico, è stato poi arrestato e processato per furto. Mentre è invischiato in un blocco creativo, Charlie riceve la visita del fratello gemello Donald che gli confida di avere in mente da tempo di scrivere la storia di un serial killer. Passano 13 settimane. Mentre Donald butta giù con scioltezza il suo thriller, Charlie trova finalmente la soluzione: il copione parlerà di uno sceneggiatore che non sa come adattare un certo romanzo. Cioé quello che sta succedendo. A questo punto, ritenendo importante parlare direttamente con Susan, Charlie va a New York, vede la scrittrice ma non ha il coraggio di avvicinarla. Si fa avanti allora Donald e, spacciandosi per Charlie, la intervista. Susan racconta di come era aveva scoperto la notizia del 'ladro', e di come poi era andata a conoscerlo di persona. Ora Susan e John hanno una relazione clandestina, di cui i due fratelli si accorgono seguendoli in Florida. Quando li vede, John, tipo nevrotico, reagisce con violenza. Segue una collutazione, una fuga, e in un incidente Donald muore. Poi John finisce nelle fauci di un coccodrillo. Tempo dopo, Charlie, ripresosi da queste serie di episodi traumatici, trova il finale: lo sceneggiatore torna a casa con molta più speranza per il proprio lavoro.

Valutazione Pastorale

Ecco di nuovo in primo piano, deciso e dichiarato, il tema del cinema nel cinema, ossia il (non) legame tra realtà e finzione. "Il ladro di orchidee" é libro vero, come è vera l'autrice, come é vero l'incarico dato dalla Columbia a Charlie Kaufman (vero anche lui, é lo sceneggiatore di "Essere John Malcovich") di scrivere un copione, con conseguente crisi (vera) risolta come si vede. Resta incertezza su Donald, fratello gemello di Charlie, che é probabilmente finto e assume una funzione di 'mediazione' tra il momento della crisi e quello della facilità di scrivere, tra la voglia di essere originali e quella di adattarsi ai clichè narrativi consueti e più tranquilli. Si prospettano dunque tre livelli: il romanzo, il copione, il film. La linea unificante, che motiva la fatica nel trovare la soluzione giusta, é quella di non indulgere al facile: Charlie non vuole rassegnarsi ad un prodotto banalmente commerciale, come invece fa senza problemi il fratello. Sul rapporto tra prodotto 'seriale' e prodotto d'autore, il film si costruisce e si regge, finchè non entra in una dimensione prettamente linguistica, o intrasemiotica: cioé acquista senso nel rimando di un testo all'altro (il libro al film e viceversa), entramni decisi ad essere autosufficienti. In una visione d'insieme invece il quadro appare più ampio e di spessore. Il testo filmico parla in prima battuta d'arte e di cinema ma allude anche alla vita, al dolore, alla morte. Dal fatto di cronaca l'immagine si dilata (l'orchidea, fiore che ammalia e inebria) ad una riflessione sulla fatica dell'interpretare e forse del vivere, almeno in modo non conformista. Si tratta di un discorso forte sul cinema e sulla letteratura in relazione alla vita e alla natura. Farraginoso in qualche passaggio, ma sempre propositivo, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, senz'altro complesso e adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, anche se bene si adatta a proiezioni mirate riguardanti il rapporto cinema/letteratura: esempio comunque di un cinema americano che sa affrontare temi importanti in modo originale e suggestivo.

Le altre valutazioni

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