Sogg. Patrice Leconte - Scenegg.: Patrice Leconte, Claude Klotz - Fotogr.: (scope/a colori) Eduardo Serra - Mus.: Michael Nyman - Montagg.: Joelle Hache - Dur.: 85' - Produz.: Lambart Productions; TF1 Films Production
Interpreti e ruoli
Jean Rochefort (Antoine), Anna Galiena (Mathilde), Roland Bertin (Padre di Antoine), Maurice Chevit (Agopian), Philippe Clevenot (Morvoisieux), Jacques Mathou, Claude Aufaure, Albert Delpy, Henry Hocking, Ticky Holgado, Anne-Marie Pisani, Michèle Laroque
Soggetto
il dodicenne Antoine, stregato dalla prorompente femminilità di una opulenta parrucchiera alsaziana, si ripresenta con eccesiva frequenza da lei col pretesto del taglio dei capelli, ma in realtà per spiarne, turbato, le forme, e abbandonarsi con precoce morbosità alle prime esperienze olfattive e tattili. Ormai cinquantenne, è ancora in preda a tali turbamenti adolescenziali, a spiare i gesti e le forme della bella Mathilde, anche questa parruchiera. La sposa e trascorre il proprio tempo dentro le quattro anguste pareti del locale dove Mathilde lavora, senza mai distogliere lo sguardo da lei, che ne ricambia i sorrisi, e contrappuntandone di soppiatto, appena può, i gesti carezzevoli fra shampoo e lozioni, forbici e pettine intorno alla testa del cliente di turno, con morbose manipolazioni sul corpo di lei, che ne è estasiata. Unica alternativa le buffe contorsioni di Antoine, che distrae i clienti con le sue esibizioni di goffo danzatore. Lo spazio chiuso del locale diventa così il loro habitat diurno e notturno e l'unica cornice dei loro rapporti amorosi, alternati da stravaganti orge a base di colonia e dopobarba; ma anche la prigione dentro la quale diventa ossessivo quel loro concentrarsi unicamente sull'erotismo, fino a farne un assoluto. Improvvisamente Mathilde si suicida ossessionata dal terrore che possa accaderle un giorno di non esser più desiderata.
Valutazione Pastorale
costruito con innegabile eleganza e recitato da bravi attori, il film è però carico di erotismo e di morbosità. La scenografia, limitata al chiuso del locale in cui lavora la parrucchiera, rende il film soffocante e claustrofobico, facendone involontariamente l'emblema di una vita senza orizzonti. Gli stessi gesti di lei di un'estrema grazia e dolcezza mostrano le corde del calligrafico e del decadente. L'assenza assoluta, infine, nei protagonisti, di interessi, impegni, ideali, perché di vita che vadano oltre i loro scambi erotici dà l'impressione che i due si avvitino su se stessi, senza via d'uscita. Non per nulla il film si svolge fra la morte istantanea della prima parrucchiera sotto gli sguardi allibiti di Antoine adolescente e il suicidio altrettanto improvviso della seconda, quasi a delimitare i tempi morti di una vita il cui inevitabile destino è quello di dissolversi nel nulla.